Noi crediamo che amare significhi tener
stretto, controllare, possedere, e invece è un lasciar essere, un permettere
che la persona amata sia se stessa il più possibile.
Amate di più un uccello se lo tenete in
gabbia o se lo lasciate andare a vivere nel suo ambiente naturale?
Lasciar essere è liberare, è far sì che
l’altro realizzi in pieno la propria natura. Ti liberi tu e liberi l’altro, e
solo così può circolare un vero amore. Ma, se non sei libero tu per primo, come
puoi liberare l’altro?
Un genitore ama il figlio quando lo
aiuta a crescere in piena autonomia, non quando vuole che si sviluppi in base alle
idee del padre o della madre. Ma questo vale sempre – anche per le coppie…
anche per quella coppia primigenia che il nostro rapporto con noi stessi.
Anche nella religione vale lo stesso
discorso. Date che in noi il “Padreterno” non è che una proiezione del padre
terreno, che amore può essere quello di un Padre che vuole che il Figlio realizzi
i suoi (del Padre) obiettivi, e per questo lo sacrifica? Sacrificare l’altro,
sacrificare il figlio, sacrificare se stesso - non è amare. Appartiene alla
cultura della repressione autoritaria e patriarcale, non a quella della
liberazione.
Non si può amare se non si è liberi
innanzitutto noi stessi.
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