Non nego che avere una fede nell’aldilà
possa essere utile sul piano psicologico. Ma bisogna rendersi conto che le “figure
divine” cui ci rivolgiamo sono archetipi psicologici (il Padre, la Madre,
ecc.), non personaggi storici. E che i personaggi storici che sono esistiti erano
appunto… umani.
Prima di chiedersi se esista un Dio,
dovremmo chiederci che cosa è Dio per noi,
come lo interpretiamo. E qui ne vedremmo delle belle, perché scopriremmo che si
tratta di immagini diverse da uomo a uomo, e quasi tutte ispirate alla psicologia
umana, alle nostre ossessioni. Non trascendenza.
Dobbiamo dunque diffidare di noi
stessi. E, soprattutto, dobbiamo diffidare delle organizzazioni religiose che
sfruttano la nostra fede istintiva e il nostro bisogno di rassicurazione per il
proprio tornaconto.
Ciò che dobbiamo riconoscere è che
queste figure archetipiche (il Padre, il Potere, il Creatore, il Salvatore, il
Giudice, la Luce, ecc.) sono in ultima analisi proiezioni della mente umana. Il
che non significa che non debba esistere niente (benché anche il niente abbia
una sua nobiltà “divina”) e potrebbe aspirare a buon diritto ad essere un
Fondamento ultimo, ma che noi non siamo in grado di pensare niente che non sia
umano.
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