Nel
disordine non solo viviamo peggio, ma soffriamo di più.
In
fondo, l’evoluzione del cosmo è un passaggio graduale dal caos ad un ordine
sempre più definito. Dal dolore alla quiete più o meno relativa.
Quando
parliamo di ridurre pensieri e immagini durante la meditazione cerchiamo la
pace semplificando un processo che è più
complesso e caotico. È stato calcolato che
la mente ha fino a 600 impulsi cognitivi al secondo – impulsi che non sono solo
pensieri e immagini, ma anche atti volitivi, desideri, emozioni, ricordi,
fantasie, ecc.
Il
problema di ridurli e di semplificarli è di riportarli ad un ordine che sia più
gestibile e dunque meno doloroso.
“L’ordine
placa il dolore” diceva Karl Krauss.
La
ricerca meditativa è pur sempre prima una ricerca di ordine e di felicità e poi
di calma.
Ricordo
un detto tibetano: “Se la mente è in pace, saremo felici a prescindere dalle
circostanze interne. Se la mente è disturbata, saremo infelici a prescindere
dalla circostanze esterne”.
Tutto
ciò riguarda anche la politica che dovrebbe dare più ordine per dare più
serenità.
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