domenica 31 dicembre 2017

La medicina dell'attenzione

Una pubblicità diceva. “Farmaci di automedicazione – l’unica ricetta è l’attenzione.
In effetti, come il corpo ha un potere di guarigione (che le medicine e gli interventi si limitano ad ampliare), così la mente ha una capacità risanante – che si chiama attenzione.
È l’attenzione alle cose piacevoli che ci ridona l’equilibrio infranto dalla noia, dalla disperazione, dalla depressione, dall’angoscia e dall’agitazione.

Dunque… c’è un’unica cura, l’attenzione, e c’è un’unica malattia, la disattenzione.

Come diceva Darwin in L'origine dell'uomo e la selezione sessuale, "per il progresso intellettivo dell'uomo è difficile trovare una facoltà più importante dell'attenzione."

2 commenti:

  1. Gentile Lamparelli,
    quando parla di "attenzione", si riferisce all'osservazione distaccata, disidentificata? Se sì, essa non si applica, soprattutto, e in chiave curativa, agli stati d'animo (pensieri, emozioni, sentimenti, ricordi, rimpianti, rimorsi, sensi di colpa, immagini) negativi? Nel suo post, sembrerebbe il contrario. Grazie...

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  2. Se si è attenti solo agli stati negativi, si cade in preda alla disperazione. Bisogna applicare l'attenzione anche agli stati positivi, per compensare.
    Ma, in effetti, l'attenzione più elevata è quella impersonale, che guarda con distacco gli uni e gli altri, e anche se stessi.

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