In
Italia si invoca la concorrenza di mercato in ogni campo, tranne in uno: la
religione. Lì c’è il monopolio della Chiesa cattolica che non vuole che i
giovani si facciano un’idea delle altre religioni e che, soprattutto, non
possano fare una scelta consapevole. E giù battesimi, cresime, messe e
apparizioni giornaliere di preti, vescovi, cardinali e del Papa! Lo Stato
acconsente e paga. Paga perfino i preti che indottrinano nelle scuole pubbliche
i giovani.
Ma
il risultato di questo lavaggio del cervello è un cittadino che non sa niente profondamente né della propria religione
né delle altre. E che si adegua solo in modo formale, non avendo mai pensato
con la testa propria al problema religioso.
Al
massimo sa di presepi.
Il
fatto è che non può esserci libertà religiosa là dove c’è solo conformismo e
non c’è né consapevolezza né senso critico.
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