Da dove nasce la nostra idea
di Dio? Dal supporre che possa esistere un Essere che ha soltanto quelle che noi riteniamo “qualità positive”: amore, bontà,
giustizia, ecc. Ma questa qualità sono positive solo dal nostro limitato punto
di vista, ossia dal nostro punto di vista dualistico e dialettico. In realtà
amore/odio, bene/male, giustizia/ingiustizia, ecc. sono le une complementari
alle altre e quindi indissolubili.
Ecco
perché abbiamo creato un Dio falso, un Dio mentale, un Dio fatto a nostra
immagine somiglianza.
Tanto
per dirne una: se distruggessimo il male, distruggeremmo anche il bene, E tanto
per dirne un’altra, se distruggessimo la morte, non sarebbe più possibile la
vita.
Con
un simile dualismo infantile non si può pensare la Trascendenza. Anzi, la
Trascendenza non può essere pensata per niente. Ci vuole qualcosa di diverso
dalla mente abituale. Ecco perché le teologie, opera della mente, sono già
inficiate in partenza.
Dobbiamo
prima porci il problema degli strumenti conoscitivi. Per esempio, lo stato d’animo
è più importante del ragionamento logico. In effetti, nello stato d’animo
convivono i contrari.
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