Perché non convince il tentativo fatto da
tanti credenti di sostenere che solo un’etica religiosa ha un fondamento?
Perché tra Dio ed etica non c’è niente in
comune. Il Dio di cui parlano le religioni, con i suoi comandamenti, non è il
Dio che vediamo in azione, ma un Dio immaginato dall’uomo.
Questo Dio sarà anche un’utile funzione per
imporre un’etica, ma è comunque limitato. E infatti le etiche religiose sono
diverse tra loro (per esempio sul tema dell’aborto) e possono arrivare a
considerare lecita la guerra santa o lo sterminio degli infedeli.
Ecco perché anche l’etica religiosa è comunque
arbitraria.
Il punto è che tutte le etiche hanno un
fondamento sociale; sono cioè stabilite dall’uomo per regolamentare se stesso.
La vera etica del Dio-Natura è quella che
vediamo in azione nel mondo e nell’Universo. Un’etica che ha un unico
imperativo: la continuazione e la propagazione della spinta vitale, la
selezione del più forte, la distruzione del più debole e del minorato – insomma
un’etica del tutto disumana, al di là del bene e del male.
Ogni etica ha dunque un fondamento umano.
Prendiamo un comandamento fondamentale: non uccidere. È pensata dall’uomo per l’uomo.
Ma non da Dio, che ci uccide tutti e che ha creato un mondo basato sull’uccisione.
È l’uomo che, con tutti i suoi difetti, cerca
di correggere la disumanità di Dio.
Nessun commento:
Posta un commento