Siamo
terribilmente condizionati. Neppure i nostri pensieri sono veramente nostri.
Neppure i sentimenti sono veramente nostri. Sì, sono nostri. Ma sono anche di
una specie, di una nazione, di una famiglia, di una cultura, di un storia
comune, di un’epoca, di uno spazio e di un tempo… Prima di noi contemporaneamente
a noi altri li hanno pensati e provati. Siamo replicanti…
Come
fare a essere noi stessi?
Un’unica
cosa possiamo farla realmente noi: questa sensazione di non essere autentici e
di poter essere qualcun altro. Da qui nasce ogni ricerca spirituale.
Liberare
per quanto possibile lo spazio della mente e slanciarci oltre. Essere dentro,
ma non esserlo veramente. Essere anche altro. Essere un po’ tutto e tutti.
Il
problema dell’individualità si supera osservando criticamente e con stupore
questo nostro piccolo io, che in realtà non possiede niente, non può mai dire “mio”.
Se
non fosse così non potremmo morire - perché morire è sempre morire all’io.
Muore ciò che non è.
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