Ovunque sia arrivata la civiltà cristiana, si
sono verificati genocidi culturali (quando non anche materiali). In America
Latina, negli Stati Uniti, in Canada, in Europa, in Australia, in Africa, ecc.,
gli invasori, non contenti di depredare le terre e le ricchezze degli indigeni,
cercarono di cancellare le loro religioni, le loro lingue, le loro identità. Per
esempio, per un secolo e fino al 1970, i bambini Cree, in Canada, vennero
internati in istituti religiosi dove subirono abusi di ogni genere e si cercò
di cancellare la loro cultura. Tant’è vero che lo Stato e il Vaticano hanno
chiesto loro scusa.
Ma non basta. Oggi i metodi non sono molto
cambiati. Il cristianesimo cerca sempre di cancellare le identità culturali altrui
con tutti i mezzi possibili. Combatte le altre religioni e combatte il
laicismo, non con semplici parole, ma ricorrendo a Concordati, a battesimi, all’insegnamento
religioso nelle scuole e così via.
Lo stesso viene fatto dalle altre religioni.
Pensiamo a che cosa succede quando e dove arrivano i musulmani radicali, che si
mettono a distruggere perfino le opere d’arte delle passate civiltà.
Il difetto sta nel manico: nell’arrogante
pretesa di avere la verità rivelata, di possedere l’unica immagine vera di Dio
e di dover ricorrere ad ogni violenza e ad ogni inganno per imporla.
Il difetto sta nell’idea di un Dio che comandi
il mondo. Ma se un Dio fosse responsabile di tutto ciò che avviene nel mondo,
sarebbe anche responsabile di tutto il male che si abbatte sugli uomini.
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