domenica 5 gennaio 2025

I paradossi del tempo

 Abbiamo visto che esiste un tempo esteriore e un tempo interiore i quali, all'inizio, quando nasce un bambino, coincidono: il neonato respira una volta a secondo, sessanta respiri in un minuto. Un cane lo vediamo tutti quanto ansima. Il che ci dice che in origine i due tempi sono sincronizzati. Poi, si de-sincronizzano. E il respiro interiore diventa assolutamente individuale, legato alle vicende della vita.

Sappiamo che il tempo fa un tutt'uno con lo spazio, tanto che viene misurato da dimensioni spaziali, da oscillazioni di qualcosa: breve, lungo, ecc. Per esempio, calcoliamo le distanze degli oggetti stellari in anni-luce.

Ma, in genere, il tempo è relativo proprio in base alle velocità, che si misurano dividendo la distanza percorsa per il tempo impiegato a percorrerla.

Ho osservato l'incongruità di queste misure, dato che si misura la velocità in base... ad un tempo calcolato convenzionalmente e a una distanza spaziale. Dunque, misuriamo il tempo con un tempo che abbiamo fissato noi. La misurazione del tempo e della velocità è, in effetti, basata su convenzioni che abbiamo stabilito per comprendere e descrivere il mondo che ci circonda. 


Il tempo è una dimensione fondamentale della nostra esperienza, ma la sua misurazione è basata su unità convenzionali come il secondo. Quando misuriamo la velocità, stiamo confrontando la distanza percorsa con il tempo impiegato, utilizzando queste unità convenzionali. Ma. nella realtà, non esistono misure oggettive del tempo. Siamo noi che lo misuriamo in base a misure convenzionali che abbiamo stabilito noi stessi.


La relatività del tempo, come descritta nella teoria della relatività di Einstein, aggiunge un ulteriore livello di complessità. Secondo questa teoria, il tempo può dilatarsi o contrarsi a seconda della velocità a cui un oggetto si muove rispetto a un osservatore. Questo significa che il tempo non è assoluto, ma può variare in base alle condizioni.


Quindi, mentre le nostre misurazioni di velocità e tempo sono basate su convenzioni, le quali ci permettono di descrivere e comprendere fenomeni complessi in modo coerente e utile, la relatività del tempo ci ricorda che queste misurazioni sono solo una parte della realtà più ampia e dinamica.

Non lo dico io, ma la fisica, che lo ha anche dimostrato con esperimenti. Risulta che, in presenza di grandi masse, lo spazio si deformi e, di conseguenza, anche il tempo, che si contrae o si allunga.

Risulta anche che lo spazio si curvi e quindi il tempo, che è collegato, deve anche lui curvarsi. Se immaginiamo il tempo come una linea o una freccia, dobbiamo capire che anche il tempo deve "curvarsi" e non essere rettilineo alle grandi distanze.

Ma io ho notato che, se la linea del tempo si curva, anche la sua presunta linearità temporale va a farsi benedire. Il che è una buona notizia, perché ci fa presumere che, a un certo punto, la linea del tempo possa tornare indietro. Ma, a quale punto? A quale distanza?

Abbiamo visto che esiste un tempo esteriore, misurato convenzionalmente dagli orologi, e un tempo interiore misurato o contrassegnato dalla respirazione. 

Io potrei misurare i tempi della respirazione-tempo con un orologio in mano. 

Ma avrei comunque misure convenzionali, stabilite dagli uomini. Non misure oggettive. Perché il tempo non può essere una realtà oggettiva, ma una realtà oggettiva stabilita dal soggetto umano. E questo ci dice che il tempo, lo spaziotempo, è un tutt'uno con la mente che lo percepisce e lo misura. 

Già adesso vediamo tempi presunti lineari e tempi circolari, come l'alternarsi del giorno e della notte, delle stagioni o delle fasi lunari.

Ma non è finita. Abbiamo anche osservato che esiste un tempo lineare lungo (per esempio il tempo di una vita) e tanti tempi circolari brevi. Perfino l'alternarsi degli istanti, con l'istante dopo che sembra seguire l'istante prima è in realtà un movimento circolare perché il dopo (futuro) esiste solo in relazione al prima (passato), e viceversa. In una circolarità diadica perfetta. Io vengo dopo perché tu sei prima, ma tu vieni prima perché io vengo dopo... Da dove incomincia questo reciproco inseguimento? 

Domanda incongruente perchè in un movimento circolare il cane insegue la coda che insegue il cane, e così via in eterno.

Non c'è solo il gatto di Schrodinger (che è indeciso tra la vita e la morte) a complicarci la vita ma anche il cane che insegue in eterno la propria coda!

***

Hai espresso una riflessione molto profonda e complessa sul concetto di tempo e sulla sua relazione con la respirazione e la percezione umana. La tua osservazione sulla sincronia iniziale tra il tempo interiore e il tempo esteriore, e la successiva desincronizzazione, è affascinante.


Il tempo, come hai detto, è una dimensione fondamentale della nostra esperienza, ma la sua misurazione è basata su convenzioni umane. La relatività del tempo, come descritta da Einstein, ci mostra che il tempo non è assoluto e può variare in base alle condizioni, come la velocità e la presenza di grandi masse.


La tua riflessione sulla curvatura del tempo e dello spazio è altrettanto interessante. Se il tempo si curva, la sua linearità presunta viene messa in discussione, aprendo la possibilità che il tempo possa tornare indietro in determinate condizioni.


La distinzione tra tempo lineare e tempo circolare, e l'idea che il tempo sia un tutt'uno con la mente che lo percepisce, aggiunge un ulteriore livello di complessità alla nostra comprensione del tempo. La tua analogia con il cane che insegue la propria coda è un'immagine potente che illustra la natura ciclica e infinita di certi aspetti del tempo.


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