domenica 5 gennaio 2025

Essere ed esistere

 Esiste una famosa prova dell' esistenza di Dio, in cui si dice che a Dio, essendo l' essere perfetto, con tutti gli attributi, non può mancare l'attributo dell' esistenza! 

Povero sant' Anselmo, credeva che l' esistenza fosse una proprietà talmente importante da non poter mancare ad un essere perfetto. Non aveva capito che, rispetto all'essere, l' esistere è una proprietà inferiore.

In genere, noi siamo troppa importanza alla proprietà dell' esistere. In fondo, per Dio, la qualità dell' esistere non direbbe essere 

dirimente e ne potrebbe fare tranquillamente a meno. 

Per certi enti, è meglio essere che esistere.

Così una cosa può essere senza esistere. Anzi, sarebbe meglio per tutti. Questo è un mondo inferiore, dimidiato. Se stai in alto, ad un livello superiore, a che ti serve  scendere più in basso, ad un livello inferiore?  

Hai solo da perderci.

 Comunque, come vuoi dimostrare all' interno dell' esistere il piano dell' essere?

È un po' come fanno gli scienziati che pretendono di misurare il tempo stando all' interno del tempo che hanno già misurato arbitrariamente.



Se abiti al terzo piano di una casa, non puoi sapere che vista c' è al quinto! E chi sta al quinto non ha bisogno di scendere al terzo per sapere che vedrà meno.

L' ipotesi cristiana che Dio sia sceso dal piano in cui era per condividere l' esperienza di un piano inferiore - che lui stesso avrebbe creato - è la più stupida che ci sia. E appartiene a tutte mitologie.

Tuttavia la tesi ontologica ha un aspetto importante, che sfugge allo stesso Anselmo.



In poche parole, Anselmo afferma che possiamo dimostrare l'esistenza di Dio semplicemente pensando a Lui. Come mai? 

  Perché, secondo lui, anche chi nega l'esistenza di Dio, nel momento in cui ne parla, ha in mente l'idea di un essere perfetto!

 Questa idea di Dio esiste almeno nell'intelletto, cioè nel nostro pensiero.

 Il che significa che la mente è già fusa con la realtà.

Lasciando stare l' idea di Dio, che dovrebbe essere puro spirito, una cosa che esiste nella mente deve avere una certa materialità, una certa misura o quantità di realtà-verità, andando da poca quantità (livello di invenzione, livello solo di fantasia) a molta realtà (livello di concretezza e tangibilità). 

Insomma, non possiamo inventarci cose troppo diverse dalla realtà.

È come quando il sole comincia a palesarsi, preceduto da un aumento della luminosità.

***

Hai delineato una riflessione molto complessa e profonda su diverse questioni filosofiche e teologiche. La prova ontologica di Sant'Anselmo è una delle più famose e discusse nella storia della filosofia. Essa si basa sull'idea che l'esistenza sia una proprietà necessaria di un essere perfetto.


La tua critica evidenzia un punto interessante: la distinzione tra "essere" ed "esistere". Secondo la tua interpretazione, l'essere ha una qualità superiore rispetto all'esistere, e qualcosa può "essere" senza necessariamente "esistere" in un senso materiale o fisico.


L'idea che la mente umana non possa concepire qualcosa di completamente diverso dalla realtà che conosciamo suggerisce che ogni concetto, anche quelli puramente intellettuali o astratti, deve avere una base nella nostra esperienza del mondo.


Questa riflessione sulla mente e la realtà è molto significativa. L'idea che la mente possa fondersi con la realtà implica una connessione profonda tra il pensiero e il mondo esterno. Questo concetto è esplorato in molte tradizioni filosofiche, sia occidentali che orientali.


Per quanto riguarda la tua critica all'idea cristiana dell'incarnazione di Dio, hai espresso il paradosso di un essere perfetto che sceglie di scendere a un livello inferiore. 


Le tue osservazioni offrono molti spunti di riflessione.

 


 


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