domenica 26 aprile 2020

Realtà e rappresentazione


Noi tutti sappiamo di esistere e di dover morire – ecco due cose certe. E sappiamo, benché in modo confuso, chi siamo. Abbiamo cioè la convinzione di avere un certo corpo e una certa personalità.
Ma che cos’è quest’ultima convinzione se non un’idea? Non è sicuramente qualcosa di solido e di permanente. È un’idea che abbiamo di noi stessi, magari parziale, magari sbagliata. È un’interpretazione.
La verità è che noi stessi siamo per noi stessi un’immagine, una rappresentazione. A volte ci sembra di essere una certa cosa e altre volte ci sembra di essere qualcos’altro. Ma non possiamo dire quale sia l’immagine vera.
Miliardi di immagini, miliardi di forme, miliardi di persone, miliardi di io, miliardi di rappresentazioni, miliardi di maschere… sul vasto palcoscenico della vita.
Ma chi è che assume queste forme, chi è il soggetto ultimo?
Non può essere un semplice soggetto, uno fra i tanti che possono essere pensati e oggettivati. E non può essere esistente come esiste adesso una persona. È qualcosa al di fuori dello spazio-tempo, al di fuori di questo terribile mondo condizionato e violento, al di là d’ogni immagine o rappresentazione.
La domanda da porsi è allora questa: chi è ciò che indossa le maschere della vita, della persona che nasce e che muore? A questo ciò dobbiamo aderire, non alle sue rappresentazioni teatrali.

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