Noi siamo convinti che il nostro io con la relativa sensazione di
essere sia la base di tutto. La prima cosa che dice il Dio biblico è: “Io sono
colui che è, io sono”. Questo è in effetti il fondamento della nostra civiltà,
anzi del nostro piano di realtà. Senza io, senza coscienza – pensiamo -, non
c’è nulla, né in cielo né in terra.
Ma su questo nulla dobbiamo ragionare, La realtà senza l’io
cosciente non è l’annientamento; è come il mare senza le onde – la pace
assoluta. Lì non c’è né felicità né infelicità, nessuna coppia di opposti,
nessun dualismo, non c’è nascita, non c’è morte, non c’è tempo, non c’è spazio,
non c’è oggetto, non c’è soggetto, non c’è inizio, non c’è fine…
Secondo i nostri criteri, è il nulla.
Ma non è quel “tutto in tutti” di cui parla san Paolo, cioè la
realtà ultima?
Forse, questo Vuoto sconfinato, che ci circonda e ci permea, è la
Perfezione. E l’Universo manifesto con il suo ego cosciente ne è una
degenerazione.
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