Coloro che hanno qualche fede immaginano, una volta morti, di
spostarsi da qualche altra parte, in qualche nuovo corpo o presso qualche Dio;
coloro che non hanno nessuna fede, immaginano di finire nel nulla. Ma
dovrebbero riconoscere che questo “nulla” è ciò da cui ha avuto origine il
tutto, e quindi non può trattarsi di un semplice annientamento.
Piuttosto è un rientro in ciò da cui ci eravamo allontanati per
emergere in questa dimensione che non è, tutto sommato, un granché. E in
qualunque altra dimensione dovessimo finire (paradisi, purgatori, buchi neri,
mondi vari, altri universi, ecc.) sarebbe sempre più o meno insoddisfacente e
contemplerebbe la morte.
Molto meglio, allora, non desiderare di finire in nessun’altra
manifestazione o dimensione fisica, che sarebbe comunque un altro tentativo
fallito, un’altra limitazione, un altro confinamento. Perché questa tendenza ad
autolimitarsi… anziché restare nell’illimitato, senza forma e senza ego?
Non è questo il peccato originale?
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