Ci siamo cullati nell’illusione di essere creature privilegiate,
figli di una specie di Dio Padre che avrebbe creato l’uomo a sua immagine e
somiglianza, stabilendo con noi un rapporto speciale. Peccato che di tutto
questo non ci sia traccia. Lo vediamo nei momenti dei disastri o delle
epidemie. Non c’è nessun Dio che si faccia vivo ad aiutarci.
La verità è che siamo noi che abbiamo immaginato questo tipo di
Dio, a nostra immagine e somiglianza,
nella speranza di avere una protezione ultraterrena. Creando questa immagine di
Dio, abbiamo anche creato un mondo illusorio che, alla prova dei fatti, rivela dinamiche
spietate e indifferenti.
In ogni momento possiamo essere assaliti da malattie e altre
sciagure da cui nessun Dio può salvarci. I salvatori non ci sono se non nella
nostra immaginazione.
Questo mondo non ha altro fondamento oltre alla nostra mente. E
inutilmente invochiamo una protezione dall’alto.
Se non ci credete, provate a chiedere a Dio di inviarci un vaccino
per il coronavirus, non fra un anno, ma adesso. Un vero Padre lo farebbe. Ma un
fantoccio no.
È una rivoluzione copernicana. Non solo non siamo esseri
privilegiati, voluti e protetti da un Dio, ma siamo esseri avventizi, contingenti,
effimeri, che possono contare solo su se stessi, sul proprio misero potere.
Lo abbiamo sempre saputo, ma lo abbiamo sempre respinto.
E tuttavia un potere ce l’avremmo se non perdessimo tempo a
venerare dei, a costruire chiese e a invocare aiuti esterni. Poiché il mondo
nasce con la nostra coscienza, ed ha un carattere illusorio, come una specie di
film, è possibile cambiarlo. Proprio come è possibile cambiare un film o un
brutto sogno.
Ma è necessario assumere una nuova consapevolezza. Noi non siamo,
in fondo, questo mondo. Noi possiamo osservarlo recuperando il nostro statuto
di Testimoni e modificando lo spettacolo.
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