In campo spirituale, spesso parliamo di “ottenere qualcosa,” di
“seguire una via” o di “raggiungere una meta.” Ma, secondo l’Advaita Vedanta, la
verità è che ciò che cerchiamo lo abbiamo già e che il percorso è solo
apparente.
L’idea che esista una via nasce dalla nostra concezione dello
spazio-tempo. Ogni cosa, per noi, ha un’estensione, un percorso, una durata.
Evidentemente, il punto Alfa originale, senza spazio e senza tempo,
si è espanso di colpo, creando le varie vie, i destini. Ma, se ritornassimo
alla sorgente, scopriremmo che i percorsi e le mete sono solo fenomeni ottici,
illusioni mentali. Basta smettere di pensare e di essere coscienti e non esiste
più niente.
Se la vita fosse reale, non avrebbe né un inizio né una fine, né
una nascita né una morte, né un percorso né una meta. E invece appare e
scompare, dunque è come un fuoco d’artificio che s’innalza brevemente e poi
ricade e si spegne, pronta per un’altro effetto illusorio.
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