In estrema sintesi, la tecnica spirituale, ossia la meditazione, è
una sola: avvertire l’ “io sono”, il senso di essere al di là del corpo e della
mente. Io so di essere… non questo o quello, non qui o là, non maschio o
femmina, non giovane o vecchio, non vivo o morto… Io so di essere e basta.
Perché nel momento in cui so di essere e basta, ciò che sente non
è più l’io empirico, ma lo spirito stesso.
In quel momento non sono né soggetto né oggetto, ma ciò che è
prima di tale divisione. In quel momento non sono il corpo, non sono la mente –
tutte entità che si sono formate e sovrapposte a poco a poco.
Dunque, non si tratta di un’operazione mentale, di un concetto, ma
di un’identificazione, di un’immedesimazione, di un ritorno alla natura
originale.
In quel momento, non mi manca nulla.
Si tratta di una meditazione che è già illuminazione, acquisibile qui
e ora per brevi istanti o per periodi più lunghi. La meta è quella di
acquisirla per tutta la vita.
Non sono né corpo né mente… Sono, sono stato e sarò. Mai nato, mai
morto.
Morirà il corpo, morirà la mente. Ma io non muoio.
Non si tratta però solo di pensarlo. Dobbiamo farne esperienza.
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