All’inizio della nostra esistenza, tutti i nostri valori, i nostri
principi, le nostre idee e le nostre fedi sono conoscenze acquisite, frutto
dell’educazione, del sentito dire e del condizionamento familiare e sociale. Ma
ci vuole tempo per farci delle nostre
opinioni. Infatti, dobbiamo compiere un’opera di selezione e di verifica, che
in realtà dura tutta la vita.
In genere sono le esperienze dirette quelle che ci permettono di fare
una simile verifica. Questo è vero, questo non è vero, questo è fondato, questo
è infondato, questo è verosimile, questo è incredibile…
C’è qualcuno, però, che non compie mai tale operazione e continua
a utilizzare le idee che gli sono state date dagli altri. Di fatto non
acquisisce mai una propria autenticità. Ed è un tradizionalista, un conformista.
Ci sono poi dei campi in cui è ancora più difficile farsi delle
opinioni personali. Uno di questi è certamente la religione, dove ci vengono
raccontate un sacco di belle storie. Ma chissà se sono vere.
In meditazione non è così. Qui bisogna verificare di persona,
perché non si tratta di credere o di venerare. Qui dobbiamo fare delle
esperienze dirette (non necessariamente eccezionali o mistiche). Se parliamo di
pace, un po’ di pace dobbiamo provarla; se parliamo di illuminazione, un po’ di
luce dobbiamo percepirla, se parliamo di trascendenza, un po’ di universalità
dobbiamo avvertirla, e così via.
Il problema è che è difficile sbarazzarsi del proprio modo di
pensare, delle idee acquisite. Ed è ancora più difficile capire che tutto il
nostro modo di pensare è condizionato da una mente dualistica, da una mente cioè
che ragiona solo in termini di contrapposizione: bene-male, assoluto-relativo,
inizio-fine, peccato-redenzione, vero-falso, Dio-Diavolo, io-altro, ecc.
Quando capisci questo, entri in un altro mondo, dove le cose sono
complesse e sfuggenti, dove ci può essere per esempio una visione universale
senza per questo escludere una certa individualità, e viceversa. Uscendo dal
mondo mentale dei concetti ben definiti, cui siamo abituati, si entra appunto
in un altro mondo. Che non è né un
paradiso né un inferno. Ma un altro mondo.