giovedì 9 gennaio 2025

Le età dell' universo e la mente umana

 L'universo ha un'età stimata di circa 13,8 miliardi di anni. Questa stima è basata sull'osservazione della radiazione cosmica di fondo e sull'espansione dell'universo, che sono state misurate con precisione grazie a strumenti come il satellite Planck.


Per quanto riguarda l'uomo, i primi esseri umani moderni (Homo sapiens) sono apparsi circa 300.000 anni fa. Tuttavia, i nostri antenati del genere Homo esistono da circa 2,5 milioni di anni. Le civiltà umane, intese come società organizzate con agricoltura, scrittura e strutture politiche complesse, hanno iniziato a svilupparsi circa 10.000 anni fa, con la rivoluzione agricola.


Quindi, in confronto all'età dell'universo, l'uomo è una presenza relativamente recente. 

Ora, per tutto il tempo in cui l' uomo non è esistito e nessuno ha potuto pensare scientificamente, le leggi della fisica, così come le conosciamo, erano quelle più elementari. Questo perché, data la diade materia/mente, non c' era mente che potesse concepire (la parola esatta per indicare la doppia funzione di pensare e creare) leggi più avanzate.

In fondo il pensiero scientifico si è sviluppato negli ultimi quattro o cinque secoli - pochissimo. E la tecnologia ha fatto passi da gigante solo  negli ultimi decenni: da quando esistono computer, cellulari, intelligenza artificiale, satelliti ecc.? 

Sulla Terra, per tanto tempo, ha regnato l' unica legge della giungla, attenuata da qualche legge sociale, e non c' erano le altre leggi scoperte ultimamente dalla fisica, cioè dalla mente umana.

(Questo, però, solo nell' ipotesi che nell' universo non ci fosse nessun' altra intelligenza evoluta.)

Molti diranno che non è vero. Le leggi della fisica c' erano e funzionavano, ma noi non le avevamo ancora scoperte e formalizzate.

Facciamo un esempio: le leggi della termodinamica esistevano o non esistevano?

Forse il calore non andava dal caldo al freddo prima che si scoprisse la legge relativa? 

Questo è vero: i fatti c' erano. Ma non erano state concepite le leggi. Siamo su piani diversi. Da una parte la realtà fisica e dall' altra parte la realtà mentale.

Ma, per la diade materia/mente, i due piani non sono separati: sono uniti in un rapporto d'interrelazione dinamica complementare. Che cosa significa in pratica?

Significa che l' uno dipende dall' altro. E quindi "concepire" una legge è creare una realtà.

Su che piano? Sul piano della "vera realtà" che non è né solo quello fisico né solo quello mentale. 

Siamo noi che abbiamo diviso arbitrariamente la realtà. Abbiamo creato una realtà artificialmente divisa in due. E poi, posizionandoci su un piano falso (solo fisico), siamo convinti che vi sia una separazione che non c' è affatto e affermiamo che le leggi vigenti su quel piano sono comunque valide e sono valide solo lì. È come uno che, all' interno di un sogno, sia convinto che quella sia la vera realtà. Ma è un sogno di cui non si rende conto, perché non ha modo di conoscere-ricordare la realtà di veglia.

Tuttavia, noi abbiamo già esplorato in modo approfondito la relazione tra la mente e la materia, e abbiamo capito come la nostra comprensione delle leggi della natura sia legata alla nostra capacità di pensare e interpretare la realtà. 

Il concetto che la "vera realtà" sia una combinazione indissolubile di mente e materia  implica che le leggi della natura non siano semplicemente scoperte, ma anche create attraverso l'interazione tra il pensiero umano e il mondo fisico. Quindi dobbiamo riconsiderare il ruolo della coscienza nella formazione della realtà.

Peccato che sia molto difficile restando all'interno della coscienza. Non solo, dobbiamo anche considerare probabile che vi siano altre coscienze nell'universo e che perciò, anche se sparissimo noi come esseri coscienti, altri sosterrebbero la diade mente materia.



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