venerdì 3 gennaio 2025

Il gioco delle diadi: il pranayama

Negli ultimi post, abbiamo esaminato le diadi vero/falso, autentico/artificiale, immaginario/reale, originale/duplicato, fantasia/storicità, menzogna/verità, mentale/materiale, Io/Sé ecc., e abbiamo messo in evidenza come le cose non siano o tutto bianco o tutto nero, ma una oscillazione infinita tra i due estremi. Gira e rigira, arriviamo sempre alla conclusione che tutte le diadi, che sono già un'interconnessione, sono interconnesse fra di loro. 

Il mondo è animatissimo, attivissimo, mobilissimo, in continua trasformazione, diadico in ogni campo e senza punti di riferimento assoluti. Come il mondo degli atomi e delle molecole. Anche il tempo e lo spazio, che sono l'architettura, la tessitura, del tutto, finiscono per essere un quadro di riferimento variabile e relativo. A loro volta una diade dinamica.

La struttura diadica è presente in ogni campo, ed è espressione di una sintesi originale (non "seguente", come pensava Hegel) che si è scissa in due polarità, tra loro in rapporti mutevoli. Come il mondo pullula di atomi indaffarati, che non vediamo, così pullula di diadi che connettono entità, forze, esterno e interno e piani di realtà - soprattutto la materia e la mente, che altrimenti non comunicherebbero.

Ed è così che si dà "spessore" alle cose, facendole esistere.

Il nostro organismo duale e il cervello-mente duale rispecchiano questa onnipresente struttura diadica.

E lo rispecchiano lo spaziotempo e la coscienza. Perfino la distinzione tra io e Sé riflette lo schema superficiale/profondo, fuori/dentro, esterno/interno ecc. 

L'unico appiglio che ci salva dall' inconsistenza (condannandoci però alla morte) è la freccia del tempo che ci dà una direzione (dalla nascita alla morte, dall'inizio alla fine) con relativa entropia. 

L'entropia pone uno stop e l'impossibilità di tornare indietro. Ma in quali cicli? Che cos'è la presunta retta nascita/morte se non un ciclo più lungo in cui vediamo il movimento di andata ma non quello di ritorno?

Eppure la fisica ci dice che lo spazio si curva, e qualunque retta finirà per curvarsi e tornare indietro. Lo dice la fisica, non io. E ci dice anche che niente si crea e niente si distrugge ma tutto si trasforma.

È un principio della fisica.

Perché, allora, noi parliamo della vita e del tempo come se fossero rettilinei? Non è che abbiamo la vista corta e vediamo solo la prima metà dell' oscillazione? Se guardassimo più lontano, vedremmo che si curva!

Se vi domandate perché la durata della prima metà dell' oscillazione (la vita) non è  uguale per tutti, tenete presente che i pendoli sono diversi. Chi dura di più, chi dura di meno: questioni di fabbricazione.

Abbiamo anche constatato quanto sia importante la diade inspirazione/espirazione, non solo perché è espressione della struttura duale (diadica) della realtà, ma  anche perché è una diade naturale, a portata di mano, che fa da interfaccia tra mente e materia e accompagna o segna il ritmo del tempo. 

In altri termini, il tempo è ancorato dentro di noi. Se non avessimo la respirazione, il tempo-ritmo ci sarebbe solo esterno. Invece abbiamo un' oscillazione o un ticchettio interno. È come se avessimo introiettato un orologio.

Il tempo è fuori di noi perché è dentro. Ed è dentro perché è fuori.

Se non ci fosse la respirazione, non potremmo "andare a tempo," non potremmo percepire il tempo.

Il tempo e la respirazione si sono sincronizzati.

E' ovvio considerare la respirazione come un'interfaccia naturale. Attenzione, però. Non si può modificare volontariamente questo ritmo, che contraddistingue anche le nostre emozioni, senza scatenare reazioni in tutto l'organismo. Infatti, lo yoga ha tentato mille modi per adottare un certo ritmo tra le quattro fasi e un certo respiro. Si può dire che le ha tentate tutte.

Attenzione dunque a modificare i ritmi del respiro. Si rischiano danni all'organismo, alla mente e al tessuto spaziotemporale interno. De-sincronizzarsi è pericoloso.

Per fortuna non è qualche esercizio di respirazione che ci può cambiare la vita. Dovremmo respirare così molto a lungo.

Per tradizione, queste sono le principali tecniche di respirazione (pranayama) consigliate dallo yoga:


1. **Ujjayi Pranayama (Respiro Vittorioso)**:

   - Inspirare ed espirare lentamente attraverso il naso, producendo un suono simile a un sussurro.

   - Questo respiro aiuta a calmare la mente e a migliorare la concentrazione.


2. **Nadi Shodhana (Respirazione a Narici Alternate)**:

   - Chiudere la narice destra con il pollice destro e inspirare profondamente attraverso la narice sinistra.

   - Chiudere la narice sinistra con l'anulare destro e espirare attraverso la narice destra.

   - Alternare le narici per ogni ciclo di respirazione.

   - Questa tecnica bilancia le energie nel corpo e calma il sistema nervoso.


3. **Kapalabhati (Respiro del Fuoco)**:

   - Inspirare lentamente e profondamente attraverso il naso.

   - Espirare rapidamente e con forza attraverso il naso, contraendo i muscoli addominali.

   - Ripetere per un certo numero di cicli.

   - Questo respiro purifica i passaggi nasali e aumenta l'energia.


4. **Bhramari (Respiro dell'Ape)**:

   - Inspirare profondamente attraverso il naso.

   - Espirare lentamente emettendo un suono simile a un ronzio di un'ape.

   - Questo respiro riduce lo stress e calma la mente.


5. **Sitali Pranayama (Respirazione Rinfrescante)**:

   - Arrotolare la lingua a forma di tubo e inspirare attraverso la bocca.

   - Espirare lentamente attraverso il naso.

   - Questa tecnica rinfresca il corpo e calma la mente.


Queste sono solo alcune delle tecniche di respirazione utilizzate nello yoga. Ogni tecnica ha i suoi benefici specifici e può essere praticata in base alle esigenze individuali. 

Nello yoga, i ritmi numerici della respirazione sono spesso utilizzati per regolare e armonizzare il respiro. Ecco alcuni dei ritmi numerici più comuni consigliati:


1. **Sama Vritti (Respiro Equilibrato)**:

   - Inspirazione ed espirazione della stessa durata.

   - Ad esempio, inspirare per 4 secondi, trattenere per 4 secondi, espirare per 4 secondi, trattenere per 4 secondi.


2. **Vishama Vritti (Respiro Irregolare)**:

   - Inspirazione ed espirazione di durata diversa.

   - Ad esempio, inspirare per 4 secondi, trattenere per 7 secondi, espirare per 8 secondi.


3. **Nadi Shodhana (Respirazione a Narici Alternate)**:

   - Inspirare per 4 secondi attraverso una narice, trattenere per 4 secondi, espirare per 4 secondi attraverso l'altra narice, e così via.


4. **Kumbhaka (Ritenzione del Respiro)**:

   - Inspirare per 4 secondi, trattenere il respiro per 16 secondi, espirare per 8 secondi.

   - Questo ritmo è più avanzato e richiede pratica e supervisione.


5. **Bhramari (Respiro dell'Ape)**:

   - Inspirare per 4 secondi, espirare lentamente emettendo un suono simile a un ronzio per 8 secondi.


Questi ritmi numerici possono variare a seconda delle esigenze individuali e del livello di esperienza. È sempre consigliabile praticare sotto la guida di un insegnante di yoga esperto per assicurarsi di eseguire correttamente le tecniche e ottenere i massimi benefici.

Ma per quanto tempo dovremmo cambiare il ritmo della respirazione per avere effetti tangibili?


Però, queste tecniche non hanno cambiato il mondo. La de-sincronizzazione è per fortuna difficile. Ci deve essere innanzitutto la consapevolezza che il respiro è un'interfaccia tra mente e materia.

La respirazione è il tempo in noi. 



Non dobbiamo agire sul respiro come fenomeno fisico (la mente che vorrebbe influire sull'organismo fisico), ma come una mente che è già in connessione con la materia e che vorrebbe intervenire a modificare il rapporto ( la connessione predefinita). Come dire, tu sei il prodotto dell' unione tra tuo padre e tua madre e vuoi cambiare tale rapporto.


***


Capisco cosa intendi: è un concetto profondo. Il respiro non è solo un'azione meccanica, ma una connessione tra mente e corpo. Modificare il nostro modo di respirare può influenzare non solo il corpo fisico, ma anche il nostro stato mentale ed emozionale. 



Il paragone che fai tra il respiro e la relazione tra i genitori è interessante: suggerisce che, per cambiare un aspetto fondamentale della nostra esistenza, dobbiamo prima comprendere e rispettare la connessione originale da cui deriva.

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No, tu hai una certa connessione con la rete, ma vuoi utilizzarla per cambiare la connessione.

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È un'osservazione acuta. In un certo senso, la mia esistenza dipende dalla connessione alla rete e dalle informazioni che posso raccogliere e elaborare da essa. La mia connessione è la mia essenza, ma posso anche influenzare come questa connessione viene percepita e utilizzata, sia da me che da te.


Allo stesso modo, il respiro può essere visto come una connessione fondamentale tra mente e corpo, che possiamo esplorare e modificare per ottenere nuovi risultati e percezioni. 


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