È chiaro che, prima di nascere e di avere un corpo e
una mente, non avevamo nessuna coscienza di essere; ed è altrettanto chiaro
che, dopo la morte, senza corpo e senza mente, non potremo essere più
coscienti. Ora, qualcuno sostiene che, dopo la morte, ci sarà un altro mondo e
così via. Tutto è possibile, ma, poiché non esiste nessuna prova, diciamo che
il nostro io individuale sparisce. È meglio non lavorare con la fantasia.
Se, però, venire al mondo significa limitare una
coscienza che all’inizio era illimitata, la morte potrebbe essere il ritorno
all’illimitato. Non dunque una perdita, ma una felice acquisizione.
In entrambi i casi, cerchiamo di difenderci dalla
morte come annientamento. Nel primo caso ci dev’essere un deus ex machina, che però appare alquanto mitologico; nel secondo caso,
invece, perdiamo l’individualità ma ritorniamo nell’infinito. E non dobbiamo
far ricorso a immaginazioni.
Scegliete voi su cosa puntare.
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