C’è qualcuno che, pur di poter dire “io” (in inglese obbligatoriamente maiuscolo), è disposta a
barattare l’infinito con un pezzo di carne e di ossa.
Sì, sono gli uomini.
In fondo, come fa l’infinito a stare nel finito? Non può
– deve sacrificarsi. Ecco l’interpretazione intelligente del mito dell’incarnazione
e di quello del Cristo che deve essere sacrificato. Non la misera
interpretazione clericale.
Ma questo significa anche una duplice messinscena – la
messinscena di Dio che deve “limitarsi” per creare l’universo e la messinscena
del Dio che deve morire per lasciare spazio all’Uomo.
Parlo di messinscena perché l’infinito non può morire,
ma solo fingere.
Tutto è una recita: la nascita dell’universo e la
morte di Dio. Tutto è uno spettacolo, comprese la vita e la morte. La realtà è
un’altra cosa.
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