La sorgente da cui tutto viene, l’Uno, non è
descrivibile con le parole – e neppure con i nostri concetti che dividono e
contrappongono. Lì non ci sono individualità separate né valori e enti
contrari: bene-male, vita-morte, inizio-fine, essere- non essere, io-altro,
ecc. Tutto ciò fa parte del nostro modo di conoscere che deve distinguere soggetti
e oggetti.
Ma, allora, come facciamo a “sapere “che “esiste”?
In effetti, noi arriviamo fino all’orlo del baratro e
lì ci fermiamo. Vediamo la limitatezza della nostra vita ma non l’illimitatezza,
la finitezza ma non l’infinitezza. Siamo come Cristoforo Colombo che sedeva
sulle rive dell’oceano, guardava l’orizzonte e sentiva che laggiù, oltre tutto,
c’era un’altra terra.
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