Tutti i saggi invitano a “conoscere se stessi”, e
certamente questo è un primo passo indispensabile. Ma la conoscenza implica
l’ignoranza e la contrapposizione fra conoscente e conosciuto. E ciò significa
che non siamo ancora nella Realtà Ultima che è invece unitaria.
Si parte dunque dalla conoscenza di sé per arrivare a
quella conoscenza in cui il conoscente si fonde con il conosciuto. Qui ci si
immedesima – questo è il livello ultimo. E non si ha più bisogno di conoscere
nel senso comune del termine.
Qui il soggetto conoscente
mangia il conosciuto. Assomiglia al rapporto che c’è tra chi mangia e il cibo –
nel senso che il cibo viene assimilato e diventa parte del soggetto.
È per questo che nel rito cristiano si invita il devoto
a “mangiare” il corpo del Cristo – si vuol spingere ad una identificazione. Il
che è molto di più del conoscere, mantenendo una distinzione.
Purtroppo il corpo del Cristo è puramente immaginario
e quindi il fedele mangia una propria idea.
Succede un po’ come nel rapporto sessuale: dapprima la
differenza tra i due eccita, ma nel momento dell’orgasmo viene superata – e i due
diventano uno, quell’uno che può dar vita a un terzo. Così funzionano i
meccanismi della vita (tra cui la meditazione) che oltrepassano la comune
conoscenza intellettuale.
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