Quando ti dicono che sei un peccatore e che il peccato
originale ha corrotto l’intera natura, questo è il vero peccato. Insultano la
tua vera natura, il tuo atman, la tua anima, il tuo Sé, che non è né misero né
limitato. Ti insegnano che tu sei questo corpo, questa mente e questa coscienza
– tutti fenomeni temporanei destinati a sparire. Ma ciò che brilla in essi è il
riflesso di una luce universale.
Sei come quel leoncino che, allevato in un gregge di
pecore, si considera lui stesso una pecora. Ti sei identificato con le pecore,
mentre sei un leone. In tal modo hanno potuto chiuderti in una famiglia e in
una società composta da tante aziendine. Devi lavorare come un matto, produrre
e mantenere tutti. Non sei più un uomo libero, ma la formica di un formicaio o
l’ape di un alveare.
I padroni del mondo, aiutati dalla casta sacerdotale, mentre
se la godono come vogliono, ti costringono, con accurate campagne pubblicitarie
e una finta cultura, ad accettare questo ruolo da vittima. Così hai chinato il
capo e ti sei omologato. Ti hanno insegnato che c’è una specie di Controllore
del mondo cui devi ubbidire. E così sei diventato una pecora.
Ma rialza il capo, lascia perdere tutti gli
insegnamenti della famiglia, della scuola e della religione. E guarda intensamente
dentro di te. Lì non c’è la mediocrità, ma la grandezza. Lì non ci sono
padroni, ma ognuno è il dio di se stesso.
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