Le cose avvengono non perché ci siano dei soggetti che
le fanno volontariamente avvenire, ma perché sono tutte concatenate come in un
immenso tavolo da bigliardo: ogni pallina colpisce le altre e viene colpita dalle
altre fin da quando è iniziato il gioco e tutto si è messo in movimento.
Pur avendo l’illusione di essere tu a scegliere e a decidere,
che tu decida o non decida, le cose che ti devono capitare, capiteranno lo
stesso.
Noi non siamo i soggetti della azioni, ma coloro che
le osservano.
Le cose fluiscono comunque, secondo linee che ci
sfuggono, come se rotolassero su un piano inclinato. Ed è di questo che non ci
accorgiamo. Crediamo di essere noi a farle rotolare. Ma anche se non interveniamo,
rotoleranno lo stesso.
Certo, possiamo spostare questa o quella cosa, dare
questo o quel colpo, decidere in un senso o nell’altro, prendere questa o
quella via, ma era comunque già deciso dall’interrelazione generale. Non
potevamo che far quello.
Perciò, fai quel che ti senti di fare. Il dilemma tra
fare e non fare non esiste. Quello che fai è esattamente ciò che dovevi fare.
Non si può sfuggire al divenire universale.
Limitati a seguire la natura, che ti porterà
esattamente là dove dovevi arrivare, nel bene e nel male. Non ti opporre, non
fare cose contro la tua natura, cose artefatte. Non andare contro te stesso. Anche
se stai fermo, anche se non decidi, ti muoverai comunque, deciderai comunque.
Non c’è un altro spazio oltre a quello che hai. È impossibile andare contro la
corrente del fiume che ti trasporta.
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