La vita e la coscienza sono apparse nello stesso tempo
dal grande vuoto – una fluttuazione quantistica, dicono gli scienziati. Dal
momento che nasci e che sei cosciente di essere, il tuo istinto è gustare la
vita, usarla, amare, fare tante cose, essere felice. Ma esiste una legge in
base alla quale dalla felicità viene l’infelicità, dall’amore il disamore, dal
piacere la sofferenza, dall’illusione la delusione, dall’azione l’inazione, e
viceversa. Non puoi farci nulla per cambiare questa legge. Tu devi desiderare
tutte queste esperienze che portano con sé il seme della sofferenza e che alla
fine scompariranno e torneranno là da dove sono uscite.
Tutto ciò che ti piace ti porterà un immenso dolore. Sembra
un gioco ripetitivo e futile.
Tu hai un’unica dotazione: la tua coscienza di essere,
che è un disperato amore di vivere e che alla fine si dissolverà. È inutile che
preghi dei o dee, che fanno parte anche loro di questa manifestazione, di
questo carnevale.
Non ti rimane dunque che concentrarti sul tuo stesso
Sé, su questa sensazione di essere, fino a comprendere come nasca e raggiungere
lo stato senza desideri, senza attrazione né repulsione. Quello è lo stato
ultimo – unitario e trascendente.
Quanti Messia, Avatar, saggi, santi e profeti sono
giunti su questa Terra, ma nessuno ha potuto cambiare questa legge
fondamentale.
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