Il sentiero dell’ignorante è Dio, l’idolo, la
sottomissione, il potere altrui. Questo egli conosce e sa. Che tutto ha un
padrone e quindi anche il mondo e lui devono averlo. L’ordine è ordine.
Lui adora e ubbidisce; e pensa, che se disubbidisce, è
giusto che sia punito. Così crede anche in un paradiso e in un inferno.
L’ignorante ama la vita, anche se soffre. Non conosce
che quella condizione. Non si sogna neanche di essere lui stesso il il creatore
del proprio stato. Se anche lo sapesse, non ci crederebbe. È come il figlio di
un re che, dopo una vita da schiavo, non oserebbe pensare di essere qualcosa di
diverso.
È come un leoncino allevato da pecore: vive come le
pecore, bela anziché ruggire e fugge se viene assalito. A tanto può l’abitudine
e il condizionamento culturale.
Anzi, se qualcuno volesse convincerlo del contrario,
gli si scaglierebbe contro. Diventerebbe uno sgherro al servizio del potere
costituito. L’ordine è ordine. E la libertà e la responsabilità fanno paura.
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