Sembra incredibile che tutta la nostra organizzazione
sociale sia basata su un sentimento evanescente – l’amore -, che c’è e non c’è,
che un giorno compare e il giorno dopo sparisce. In questo mondo non c’è niente
che sia stabile, immutabile e fisso: tutto cambia – figuriamoci un sentimento.
Eppure su queste fragili basi abbiamo edificato la cellula fondamentale della
nostra società: la famiglia.
Non ci stupiamo quindi che tutto sia caotico e
precario. Sarebbe un miracolo se fosse il contrario.
E come nasce l’amore? Dall’aver riconosciuto qualcuno
che ci ricorda il padre o la madre, il nostro primo attaccamento. Si tratta di
un vero e proprio abbaglio. Ma gli abbagli, i lampi, durano un attimo e poi spariscono.
Alla base dell’amore c’è sempre la ricerca dell’antica
unità perduta. M siccome questa non può più essere recuperata in un mondo che
si basa sulle divisioni, ecco la perenne insoddisfazione della nostra società. Dov’è
l’amore, dov’è l’unità? Non qui e ora. Qui siamo sempre delusi, ora ci manca
sempre qualcosa.
Del resto, chi predicava l'amore, come è finito?
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