Perché affermiamo che lo stato di coscienza, che è da
noi tanto apprezzato e che ci fa ritenere superiori agli altri animali, non è
lo stato ultimo o primario? Perché è l’inizio della dualità.
In effetti, per sapere di esserci, dobbiamo dividerci
in due. Inoltre, la coscienza, in quanto prodotto della materia, finisce con
essa; è qualcosa di transitorio, l’origine dell’illusione.
Dunque, lo stato unitario non può avere coscienza di
sé. È al di là di ogni divisione e di ogni illusione, è al di là del tempo e
dello spazio. È ciò da cui tutto viene e a cui ritorna.
Lasciamo perdere i nostri Iddii, con il bene e il
male, con i paradisi e gli inferni. Questi sono Iddii dell’uomo, che non hanno
niente a che fare con la Realtà Ultima. Siamo noi che li creiamo.
Un vero Dio è trascendente e non può essere pensato
dalla nostra mente duale.
Ma come facciamo allora a coglierlo? Lasciando da
parte parole e pensieri e allenandoci per così dire a questa nuova dimensione,
al di là dell’essere e del non essere.
Ogni tanto raccogliamoci in meditazione e osserviamo
senza tentare di inquadrare la nostra stessa consapevolezza. Qual è la sua
origine? Cosa c’era prima? Cosa ci sarà dopo?
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