Si dice che il sonno della ragione generi mostri – ed
è vero. Ma anche il sonno della coscienza ha lo stesso effetto: genera un unico
grande mostro, che si chiama mondo. Eh, sì, perché il mondo, con gli esseri
umani che hanno la sensazione di essere degli
individui che agiscono, è proprio una proiezione della coscienza.
Contrariamente a ciò che si crede, si può dire che noi
siamo sempre all’interno di un sogno.
Per comprenderlo, considera tutto ciò che vedi e
sperimenti come un sogno cui non devi aderire. E qui sta il difficile. Tu – il
tuo vero tu - non sei né questo né quello, ma il testimone trascendente delle
creazioni della coscienza. Sei un po’ come un tifoso di calcio, talmente identificato
con le spettacolo della tua squadra da pensare di essere colui che vince o che
perde.
Ma, ora, metti una distanza fra te e te stesso, fra
l’io che crede di agire e il Sé che testimonia ogni cosa.
In sostanza, tu sei colui che osserva gli accadimenti
comprendendo che si tratta di sogni proiettati dalla coscienza. Mentre noi
crediamo che la coscienza sia uno stato di veglia, il testimone si rende conto
che anch’essa è uno stato di sogno, solo un po’ più lungo.
Buongiorno.
RispondiEliminaSi può dire allora che ci sono: il Sé che testimonia, l'io che è la persona con le sue maschere e i suoi conflitti, quello che sogna, c'è la coscienza che proietta i sogni e poi c'è il grande nulla, vuoto, che non è né questo né quello...la trascendenza...?
ma Lei scrive anche "il testimone trascendente", quindi il testimone è già nel grande vuoto? quindi si può vivere, agire, pensare da testimone, quindi da quello spazio di vuoto? e quindi in modo più sereno, percependo questa vita non solo come un fardello...?
un altra domanda: cosa intende con la coscienza "proietta" i sogni? all'io? al testimone?
ho capito bene che la coscienza è quella che se ne va insieme all'io dopo la morte?
Grazie.
Alexandra
Alle prime due domande rispondo sì.
RispondiEliminaI sogni vengono proiettati dal nostro cervello alla mente stessa, all'io. Ed è sempre la coscienza che crea questo enorme spettacolo del mondo, reale e irreale nello stesso tempo.
Con la morte muoiono il corpo, la mente e la coscienza. Ciò che rimane è una Realtà che non neppure bisogno di essere e di essere cosciente per "esistere" (è al di là tanto dell'essere quanto del non essere, tanto della conoscenza quanto dell'ignoranza). E' la trascendenza che non può essere descritta a parole.
Grazie. Ma è la stessa trascendenza dalla quale può vivere il testimone ancora in vita, prima della morte?
EliminaSì, la trascendenza c'è sempre, perché non è toccata né dalle contorsioni della vita né dalle tragedie della morte.
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