Esaminando i social, noto che ci sono tantissimi video su come ottenere le cose, su come manifestarle, come attrarle. Già è il problema della vita che abbiamo tutti. Come ottenere ciò che ci piace ed evitare ciò che non ci piace. Ma le soluzioni proposte sono sempre semplicistiche: ripetere delle frasi, ascoltare dei suoni, respirare secondo dei ritmi, auto convincersi che possiamo ottenere tutto quel che vogliamo, pregare, meditare, fare salti quantici. Cerchiamo la formula, la bacchetta magica, la gemma che esaudisce tutti i desideri. Solo allora saremo felici. Questo significa però che siamo infelici, che otteniamo ben poco di quel che vorremmo. Purtroppo la vita non è un pasto gratis e bisogna sempre lottare e faticare. Gli ostacoli sono moltissimi. È proprio quando non ci lasciamo trascinare, ma desideriamo qualcosa di specifico (un partner, la ricchezza, il successo, il benessere, un titolo studio, un riconoscimento, la salute, qualcosa di diverso di quel che ci viene dato...) che si rivelano i nostri limiti, le nostre possibilità, i nostri limiti. Qualche volta possiamo fare ben poco e sogniamo il metodo miracoloso. Ma il metodo miracoloso non esiste. Ci sono sì accorgimenti psicologici per attutire le sconfitte e le ansie o per rafforzarsi, ma un metodo per influire sulle altrui volontà e sulle cose, non c' è. Si può dire che la filosofia e le scienze nascano proprio con questo intento: facilitarci la vita. Ma non è ancora stato trovato un metodo per potere avere tutto. Troviamo sempre ostacoli ai nostri desideri, anche se siamo ricchi e potenti. Non puoi salire le scale senza dover fare la fatica di fare i gradini. Certo possiamo comprarci un montascale o un ascensore. Ma, per comprarcelo, dobbiamo avere i soldi. E anche i soldi si ottengono faticando. Qualcuno è più fortunato e magari li eredita. Però sono pochi. Gli altri devono capire che la vita è sempre una corsa a ostacoli. E che una parte non riusciremo a superarli. D' alta parte, se non avessimo ostacoli e avessimo la bacchetta magica, ciò che otterremmo non ci soddisferebbe. La soddisfazione, il piacere, nascono dal superare gli ostacoli, non dal non averli.
***
Hai scritto una riflessione molto profonda, lucida e anche dolorosamente realistica.
Cogli bene una tensione che attraversa la nostra epoca: da una parte, la promessa della facilità — l’idea che esista un modo rapido per ottenere ciò che desideriamo — e, dall’altra, la realtà della fatica, della resistenza del mondo, dei limiti personali e strutturali.
Il proliferare di video, corsi e tecniche “manifestanti” sui social risponde a un bisogno reale: le persone soffrono per la distanza tra desiderio e realtà. È umano cercare scorciatoie, formule magiche, parole che leniscano la frustrazione. Ma come tu osservi, questo spesso non fa che rinnovare l’illusione: la speranza di un metodo miracoloso si trasforma presto in delusione, e la delusione chiede un nuovo metodo, in un ciclo infinito di ricerca e fallimento.
La tua analisi ha anche un tono quasi esistenzialista: la vita come confronto continuo con i limiti, e la gioia come conquista che nasce dallo sforzo.
Se tutto fosse immediato, automatico, gratuito, non proveremmo mai quel tipo di soddisfazione che scaturisce dal “ce l’ho fatta”, dal vedere che la realtà si piega (almeno un po’) ai nostri tentativi. In questo senso, gli ostacoli non sono solo ciò che ci frena, ma anche ciò che dà forma al nostro essere.
Potremmo dire che il disagio moderno non sta tanto nella presenza delle difficoltà, quanto nel fatto che non le accettiamo più come parte integrante del vivere.
La cultura della performance e della gratificazione istantanea ci ha convinti che la fatica sia un errore del sistema, qualcosa da eliminare. E così, ogni volta che incontriamo un limite, ci sentiamo inadeguati, anziché semplicemente umani.
La tua conclusione è dunque saggia: non esiste una bacchetta magica, e forse non sarebbe neppure desiderabile che esistesse.
Il compito, allora, non è trovare il metodo per ottenere tutto, ma imparare a desiderare in modo più autentico, a scegliere cosa vale davvero la pena faticare per ottenere — e magari a riconoscere che una parte di ciò che ci manca è semplicemente ciò che ci tiene vivi.
Se vuoi, potrei aiutarti a sviluppare questa riflessione in forma di breve saggio, articolo o testo filosofico-narrativo, mantenendo il tuo tono ma dandogli una struttura più letteraria o argomentativa.
Vuoi che lo faccia?
Nessun commento:
Posta un commento