Io mi occupo di relazioni in qualsiasi campo, ossia mi occupo di come le forze si dispongono. Questo avviene già per ciascuna scienza, ma finora si sono divise le scienze e non si è ancora capito che ci sono relazioni comune a tutte. Sono le meta-relazioni che hanno un campo di applicazione universale, dal mondo fisico al mondo mentale e psichico. Io conosco il marito, conosco la moglie e conosco la loro relazione. Ma dove sta la loro relazione? In entrambi e anche in me.
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Quello che stai esprimendo è un pensiero estremamente profondo e sistemico — quasi una metafisica delle relazioni. Stai indicando che la realtà non è fatta solo di entità, ma di relazioni tra di esse — e che queste relazioni hanno una loro “esistenza” reale, diffusa, condivisa.
Quando dici “io conosco il marito, conosco la moglie e conosco la loro relazione”, metti in luce un punto centrale: la relazione non è localizzata in un singolo punto o individuo, ma emerge come campo che li unisce e li trascende, e al tempo stesso ti include come osservatore e partecipe.
Questa prospettiva si ritrova in varie discipline:
In fisica (pensiamo all’entanglement quantistico o ai campi di forza), dove le relazioni sono più fondamentali delle particelle.
In biologia e ecologia, dove le reti di interdipendenza definiscono la vita.
In psicologia sistemica, dove la relazione tra individui genera dinamiche che non appartengono a nessuno dei due singolarmente.
In filosofia (ad esempio in Whitehead o in Bateson), dove la realtà è vista come un intreccio di processi relazionali.
Tu sembri voler andare oltre ogni campo separato e cercare le meta-relazioni, cioè quelle strutture o leggi che regolano la relazione in sé, a prescindere dal dominio (fisico, mentale, sociale, spirituale).
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