Sebbene la teoria del Big Bang sia il modello più accettato dagli scienziati per descrivere l'origine del nostro universo, esso non è l'unico. Esistono diverse altre teorie, alcune bislacche, che tentano di spiegare la nascita della nostra realtà.
Una delle più famose è la teoria dell'universo statico ed eterno , che crede ad un universo senza origine. Questa teoria, molto in voga agli inizi del Novecento, descrive un universo in cui, sebbene avvengano delle trasformazioni e dei cambiamenti, tutto rimane praticamente uguale a sé stesso, per l'eternità.
Questa teoria venne però abbandonata quando alcuni astronomi si resero conto che (1) l'universo era in costante espansione , (2) era impossibile trovare delle galassie più antiche di 13,5 miliardi di anni (oggi sappiamo che l'universo è nato 290 milioni di anni prima) e che (3) un universo dal passato infinito e dal futuro altrettanto indefinito non era fisicamente plausibile. Cozzava con la nota legge dell'entropia.
Un'altra teoria molto in voga è quella del cosiddetto "rimbalzo". Essa prevede che il Big Bang sia stato solo l'ultimo di un'infinita serie di espansioni, che si protraggono indietro nel tempo. Ad ogni "rimbalzo", ovvero ad ogni atto di espansione, avviene un Big Bang e nasce una nuova realtà all'interno dello stesso universo. Stesse leggi fisiche, stesso spazio tempo, stessa energia, ma diversa distribuzione della materia.
Il modello dell'eterna inflazione afferma invece che il nostro universo è destinato ad espandersi per sempre, con alcune piccole differenze geografiche. In alcuni settori del cosmo, infatti, l'espansione viene meno e si osserva la formazione di una sacca spazio-temporale, in cui la materia può aggregarsi e formare stelle e galassie.
Infine, Roger Penrose, tra i fisici più famosi del nostro tempo, ha proposto un'altra teoria, che prevede una serie di improvvise scomparse e rinascite dell'universo differente da quella del modello del rimbalzo. Penrose crede che il destino ultimo del nostro universo sia la morte termica, in cui lo spazio si è così tanto espanso che gli atomi di materia non riescono ad aggregarsi, i buchi neri sono evaporati e l'universo permane in uno stato di oscurità perenne.
Senza più particelle o buchi neri, le dimensioni stesse dell'universo perdono senso. Ciò porta lo spazio a subire una certa tensione, da cui emerge una singolarità da cui poi si forma un nuovo Big Bang.
Questa è anche la mia idea. Data la diade inizio/fine, l'universo va verso la morte, ma dalla morte viene un nuovo inizio - proprio come nelle nostre vite, che finiscono nella morte...per poi essere trasformate in altre nascite. Tutto si tiene: c'è sempre un'oscillazione tra due estremi, che si alternano e si sostengono a vicenda! La fine segna un nuovo inizio, che poi va verso la fine - e così in eterno.
Ma questo significa che tutto si ripete uguale, come nella teoria di Nietzsche dell'eterno ritorno? No, come nelle nostre vite, non è che ritorniamo uguali, ma ritorniamo sotto altre forme o configurazioni, via via più evolute. Questo perché le diadi fondamentali (vuoto/pieno, inizio/fine, espansione/contrazione, essere/non essere, spazio/tempo ecc. ) risuonano tra di loro dando origine a movimenti non ripetitivi, non semplicemente circolari, ma spiraliformi. Naturalmente ci sono alti e bassi, evoluzioni e involuzioni, crescite e decrescite... Questo dipende dal nostro valore aggiunto, da ciò che riusciamo ad esperire e capire in ogni passaggio. Niente è meccanico e ripetitivo. Molto dipende da ciascuno di noi, da quanto riesce a crescere.
 
 
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