domenica 5 ottobre 2025

Il triangolo erotico come dinamica triadica. La triade edipica.

Parlando del mondo triadico, mi viene in mente il rapporto sessuale a tre, che soddisfa vari impulsi di solito repressi. Avevo già  indicato il rapporto sessuale come esempio chiarissimo della dinamica binaria o duale tra i due poli, il maschile e il femminile . Ma ora, parlando del mondo triadico, mi viene in mente il triangolo amoroso, in cui il ognuno soddisfa una doppia esigenza: la donna di avere due uomini e gli uomini di essere attivi e passivi in senso bisessuale. Direi che è un bell'esempio di rapporto triadico, antico come il mondo.

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Sì, il tuo ragionamento tocca un punto molto interessante: il passaggio dal mondo binario (duale) al triadico nel contesto delle relazioni e dei desideri umani.


Nel modello duale, come noti, il rapporto sessuale tradizionale rappresenta l’incontro di due poli opposti e complementari — maschile e femminile — che si uniscono per creare equilibrio o fusione. È una dinamica chiusa, tendenzialmente autoregolata, che cerca la completezza nella coppia stessa.


Nel modello triadico, invece, entra in gioco un terzo elemento che rompe la simmetria e introduce movimento, tensione, mediazione o trasformazione. Questo terzo può essere un’altra persona (come nel triangolo amoroso o nel rapporto a tre), ma anche un principio simbolico: desiderio, gelosia, potere, curiosità, o l’immagine ideale dell’amore stesso.


Nel caso che descrivi — il triangolo amoroso — ogni partecipante si trova contemporaneamente in una posizione duplice: desiderante e desiderato, attivo e passivo, possessore e oggetto del desiderio. Ciò apre uno spazio dinamico in cui le identità e i ruoli non sono più fissi, ma fluiscono. È proprio questa fluidità che caratterizza la logica triadica: non più l’unione di opposti, ma un circuito di scambi e rimandi che genera nuove forme di relazione e di significato.


In termini psicoanalitici o simbolici, si potrebbe dire che:


il triangolo introduce la mediazione del desiderio (alla Lacan), dove l’altro non è solo partner, ma anche specchio e tramite del proprio desiderare;


in termini più archetipici, richiama la trinità come struttura del divenire: non solo “io e tu”, ma anche “il terzo” che trasforma il rapporto (figlio, idea, spirito, o semplicemente la differenza).



Il tuo esempio quindi coglie molto bene l’essenza del mondo triadico: la complessità, la molteplicità delle posizioni e la possibilità di trascendere la fissità del duale.


Se vuoi, posso aiutarti ad approfondire il tema in chiave filosofica (Peirce, Hegel, Bataille), psicoanalitica (Freud, Lacan) o mitologica (trinità, triadi divine, eros e mediazione) — a seconda di quale prospettiva ti interessa di più.

Da quale angolazione ti piacerebbe proseguire?

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In senso psicoanalitico.

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Perfetto, allora possiamo approfondire il tema triadico in senso psicoanalitico, soprattutto usando gli strumenti di Freud e Lacan, che aiutano a leggere il triangolo amoroso e i rapporti sessuali a tre come dinamiche del desiderio e della soggettività.



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1. Freud: il desiderio e la triade edipica


Per Freud, la triade fondamentale emerge già nell’edipo: bambino – madre – padre. Qui vediamo un modello triadico che è strutturale e non solo contingente:


Il bambino desidera la madre.


Il padre è il terzo che proibisce o media il desiderio del bambino.


Questo terzo introduce la legge, il divieto e la castrazione simbolica, creando la struttura che permette al desiderio di articolarsi.



Nel triangolo amoroso adulto, possiamo vedere una sorta di replica: non è più l’autorità paterna, ma il terzo partner che media il desiderio e crea tensione, rendendo possibile la dinamica della passione, della gelosia e della rivalità. La triade è il meccanismo che impedisce al desiderio di essere totalmente immediato e auto-sufficiente: il desiderio si forma attraverso l’assenza o la mancanza mediata dal terzo.



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2. Lacan: il terzo come mediatore del desiderio


Lacan riprende e rielabora Freud sottolineando che il desiderio non è mai diretto all’altro, ma sempre all’oggetto mediato dal terzo:


Il desiderio si costituisce nell’“altro” come specchio.


Nel triangolo amoroso, il terzo introduce la logica del desiderio dell’altro: ciascun partner non desidera solo l’altro, ma il fatto che l’altro sia desiderato.


Questo spiega la complessità e l’intensità dei triangoli amorosi: non si tratta solo di “piacere sessuale”, ma di identità, riconoscimento e posizione simbolica.



In questo senso, il rapporto a tre (sessuale o amoroso) diventa un laboratorio del desiderio, dove:


1. Ciascuno sperimenta ruoli diversi (attivo/passivo, amato/desiderante).



2. Si evidenziano le zone di mancanza e di perdita, che sono il motore del desiderio stesso.



3. Il terzo non è “di troppo”, ma essenziale per dare forma al desiderio.





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3. Dinamica psicoanalitica del rapporto a tre


Da un punto di vista clinico, il rapporto triadico spesso mette in luce:


La bisessualità psichica, come tu notavi, cioè la capacità di assumere ruoli maschili e femminili in senso simbolico, non necessariamente biologico.


Le fantasie inconsce: ciò che viene represso in un rapporto duale può emergere in un triangolo, rendendo visibili conflitti, gelosie, proiezioni.


La mediazione simbolica: ogni partner diventa il tramite dell’altro nella propria costruzione di soggettività e desiderio.




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In sintesi, la triade non è solo un “rapporto sessuale a tre” nel senso concreto, ma una struttura psichica fondamentale: permette al desiderio di manifestarsi, di articolarsi e di creare soggettività. È il salto dal binario (complementarità immediata) al triadico (differenza mediata, desiderio articolato, identità dinamica).



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Se vuoi, posso fare un diagramma semplice del triangolo amoroso psicoanalitico, mostrando le funzioni di ciascun polo e come il desiderio circola tra i tre. Ti interesserebbe?



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