martedì 14 ottobre 2025

L' illusione quantistica della volontà magica

Le scoperte della fisica quantistica hanno dato la stura a un' infinità di persone che, senza una vera competenza, sognano che basti concentrarsi e volere intensamente qualcosa per indirizzare la realtà. Purtroppo non è così: anche se per ipotesi riusciste a trasformare con il pensiero un elettrone da onda a particella o viceversa, questo non sposterebbe nulla nel mondo. Il mondo quantistico dell' infinitamente piccolo perde coerenza quando si passa al mondo macroscopico, dove vigono altre leggi.  


La fisica quantistica è stata spesso travisata: da un lato è una teoria estremamente rigorosa, confermata da innumerevoli esperimenti; dall’altro, ha un linguaggio e una logica così diversi dall’esperienza comune che si presta facilmente a interpretazioni “magiche” o misticheggianti.


Il salto illegittimo che molti compiono è proprio questo: trasferire le proprietà del mondo subatomico al livello macroscopico senza tener conto del fatto che, nella scala in cui viviamo, le fluttuazioni quantistiche si annullano statisticamente. Gli effetti quantistici, come la sovrapposizione o l’entanglement, non si manifestano direttamente nel mondo quotidiano, perché l’interazione con l’ambiente (la cosiddetta decoerenza) li “media” e li riduce a fenomeni classici.


Ciò non toglie che ci sia una continuità profonda, in termini di struttura o principio, tra i due livelli. Ma è una continuità di ordine epistemico o metafisico, non operativo: non possiamo spostare una montagna “pensandoci forte”, anche se, in linea teorica, materia e pensiero sono espressioni di uno stesso campo oscillante.

Potremmo dire — in linea con la mia teoria delle oscillazioni degli opposti complementari — che la mente e la materia appartengono a due estremi di una stessa diade, ma la loro interazione efficace richiede condizioni particolari, soglie di coerenza e risonanza, non un semplice “atto di volontà”.




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