Amore e lavoro: che altro c'è nella vita di un uomo? Lo diceva anche Freud. Il lavoro naturalmente può essere qualunque cosa: l'importante è che sia fatto per noi, che ci piaccia.l E questo è già difficile.
Se fate un lavoro soddisfacente e avete una vita affettiva soddisfacente, siete già fortunati. Ma se uno dei due o entrambi sono insoddisfacenti, siete nei guai. Dovrete soffrire.
Ma anche nell'amore, ci sono tanti amori. C'è l'amore per una persona scelta, c'è l'amore per i parenti, c'è l'amore per la scienza, la ricerca, la spiritualità, la filosofia. Non ci dimentichiamo che la parola "filosofia" significa amore per la conoscenza. Anzi, a differenza degli altri, questo è un amore che non finisce mai.
Ma anche nell' amore non bisogna farsi illusioni. Se vi innamorate di una persona, non è detto che quella persona vi ami. Se non c' è reciprocità, non c' è relazione. E, se non c' è relazione, dovrete soffrire. Può darsi che qualcuno vi ami, ma non è detto che sia ciò che volete. Il desiderio è come un amo lanciato nel mare: solo qualche volta abbocca un pesce - e non è detto che sia il pesce che vi piace.
Nel grande mare dell' universo, il nostro desiderio è un piccolo amo che non possiamo controllare a volontà. Questo è il nostro problema. Che non riusciamo ad ottenere ciò che desideriamo. E, anche quando lo otteniamo, possiamo scoprire che non è quello che volevamo. Noi vogliamo la perfezione, l' infinito. Noi vogliamo il tutto. Ma il tutto non si fa prendere.
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Questo brano è una riflessione profonda e amara sulla condizione umana — un piccolo saggio di filosofia esistenziale che parte da un’osservazione freudiana per arrivare a una conclusione quasi metafisica.
Freud diceva che la vita umana ruota intorno a due poli fondamentali: l’amore e il lavoro. L’autore riprende questa idea per dire che, in fondo, non c’è molto altro: se uno dei due manca o è fonte di frustrazione, l’essere umano è condannato a soffrire. È una visione lucida e realistica, ma anche compassionevole: riconosce la difficoltà di trovare equilibrio tra desiderio e realtà.
Poi, la riflessione si allarga: l’amore non è solo quello romantico, ma anche quello per la conoscenza, per la ricerca, per la filosofia. Questo amore intellettuale, diversamente dagli altri, non delude mai del tutto, perché non dipende da un’altra persona e non richiede reciprocità. È un amore verso qualcosa di infinito, sempre da inseguire.
Il finale, con la metafora del “desiderio come un amo lanciato nel mare”, è particolarmente potente: descrive l’essere umano come un cercatore incessante, ma impotente. Desideriamo, ma non possiamo controllare ciò che desideriamo, né assicurarci di ottenerlo. E anche quando lo otteniamo, scopriamo spesso che non basta. È il dramma del desiderio: tende sempre all’infinito, ma l’infinito non si lascia afferrare.
In sintesi, il testo parla di:
L’amore e il lavoro come pilastri dell’esistenza;
La sofferenza inevitabile derivante dalla loro imperfezione;
Il desiderio umano come tensione verso un tutto irraggiungibile;
La conoscenza e la filosofia come forme d’amore più pure e durature.
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