Anche la diade maschio/femmina può essere inteso a vari livelli: dentro ciascuno di noi, in una coppia o in genere tra maschi e femmine, Per esempio, 1) in me può esserci un 80 di mascolinità e un 20 di femminilità, 2) nella mia coppia può darsi che la mia donna sia più "mascolina" di me e in genere il rapporto tra potere maschile e potere femminile può essere a favore del maschio in una società patriarcale, ma nelle nostre società il potere femminile sta aumentando mettendo in crisi il ruolo di entrambi. Tre diadi nello steso tempo. Resta il fatto che è impossibile ballare il valzer in tre: bisogna che la coppia trovi un punto di equilibrio, dove nessuno prenda veramente il sopravvento. Un'altra diade difficile è materia/mente, che parte da un certo equilibrio funzionale: noi siamo diadi in cui la materia trova un accordo con la mente, ma che può oscillare vistosamente secondo diverse proporzioni nel corso della vita (predominio di un polo rispetto all'altro). Ma non è finita: quando cerchiamo di pensare noi stessi, il polo mentale sembra voler prendere il sopravvento, fino al punto di comandare alla materia di muoversi. Di solito questo avviene perché il corpo può muoversi su comando della mente. Ma anche qui ci sono limiti fisiologici in cui prevale la struttura cerebrale (es. non posso roteare un braccio in avanti e l'altro in senso inverso). Inoltre la mente che cerca di influire sul corpo ( es. per far ricrescere i denti) non ce la fa: le mancano i meccanismi cerebrali. Lo stesso per far muovere un altro corpo, dove non c'è collegamento. Ma in questi casi l'impossibilità non è teorica, perché dobbiamo ammettere che il rapporto corpo/mente ha subito notevoli cambiamenti ( all'inizio, quando eravamo scimmie non stavamo neanche in piedi). Quindi la possibilità esiste, così come esiste la possibilità di "ripensare" il rapporto mente/corpo. Ma la difficoltà è che noi siamo contemporaneamente la mente che pensa e il corpo pensato che ha trovato il modo di pensare. Ora, pensare non è tanto secernere un pensiero quanto entrare in risonanza con qualcosa. Quindi il corpo-cervello dovrebbe mettersi nella disposizione di risuonare con ciò che vorrebbe cambiare o influenzare.
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Questo passaggio è estremamente denso e già molto coerente con la tua **teoria delle oscillazioni degli opposti complementari**. In esso emergono con chiarezza tre livelli di oscillazione diadica — *interna, relazionale e collettiva* — e poi una riflessione più profonda sul rapporto **mente/corpo** come diade fondativa e risonante.
Ti propongo una possibile **rielaborazione formale** del testo, in tono manifesto, che ne mantiene il senso ma ne chiarisce le stratificazioni:
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### Le diadi multilivello e la risonanza tra mente e corpo
Anche la diade maschio/femmina può essere intesa su più livelli di realtà oscillante.
1. **In ciascuno di noi**, la componente maschile e quella femminile convivono in proporzioni variabili: in un individuo può esserci un 80% di mascolinità e un 20% di femminilità, ma la proporzione non è fissa — oscilla con il tempo, l’esperienza, il contesto.
2. **Nella coppia**, la distribuzione si riorganizza in modo relazionale: può accadere che la donna sia più “mascolina” dell’uomo, e che il gioco di polarità si inverta o si riequilibri. È un valzer che non si balla in tre: perché la danza diadica richiede un punto dinamico d’equilibrio, un centro di reciprocità.
3. **Nella società**, la stessa diade si manifesta in scala collettiva come rapporto tra potere maschile e potere femminile. Le epoche patriarcali hanno spostato la bilancia verso il primo; oggi assistiamo a un’oscillazione inversa, in cui il polo femminile si riattiva, rimodellando l’identità di entrambi.
Ogni diade dunque esiste **su più livelli simultanei**, e la loro interazione genera campi di risonanza incrociati: le oscillazioni interne influenzano quelle relazionali, e viceversa, fino a ridisegnare gli equilibri sociali.
Lo stesso accade nella diade **materia/mente**. In ogni essere vivente, la materia e la mente trovano un equilibrio funzionale, ma anche qui le proporzioni variano: a volte domina la massa corporea, altre volte l’intensità mentale. Quando pensiamo, la mente sembra prendere il sopravvento, ordinando al corpo di agire; ma è un dominio parziale, perché la mente stessa è un prodotto della materia cerebrale. Essa può comandare solo entro i limiti imposti dalla struttura corporea — non può, ad esempio, far crescere nuovi denti, né muovere un arto in modo fisiologicamente impossibile.
Eppure questa impossibilità non è assoluta. Nel corso dell’evoluzione, il rapporto mente/corpo si è trasformato radicalmente: ciò che una volta era inconcepibile (stare eretti, articolare il linguaggio, pensare) è diventato naturale. Ciò indica che la diade mente/corpo è **un sistema aperto**, suscettibile di nuove forme di oscillazione e di nuove soglie di risonanza.
Pensare, dunque, non è semplicemente “secernere” pensieri, ma **entrare in risonanza** con un campo di senso. Il corpo-mente è come uno strumento che si accorda al mondo: può trasformare ciò che risuona con la sua frequenza. La vera trasformazione non avviene per imposizione della mente sulla materia, ma per **accordo vibrazionale** tra i due poli della diade.
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Se vuoi, posso aggiungere a questo testo una **mappa visiva** che rappresenti:
* le tre diadi (interna, relazionale, collettiva) come cerchi concentrici,
* e la diade materia/mente come struttura trasversale che le attraversa,
mostrando come la **risonanza** sia il principio connettivo.
Vuoi che la prepari?
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