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Salvo Privitera
Il tempo sembra fluire in modi diversi a seconda delle situazioni: lento e interminabile quando siamo annoiati, rapido e sfuggente nei momenti di assorbimento totale. Ma cosa accade quando la percezione temporale subisce trasformazioni radicali?
Questo fenomeno, noto come "esperienza di espansione del tempo" (Tee), è oggetto di studio per il ricercatore Steve Taylor, che esplora come secondi possano allungarsi fino a sembrare minuti (nell'universo primordiale, invece, era davvero lento).
In situazioni di emergenza, come incidenti o cadute, molte persone riportano la sensazione che il tempo rallenti, permettendo loro di prendere decisioni salvavita. Un esempio emblematico è quello di una donna che, durante un incidente stradale, percepì il momento con una lentezza tale da poter evitare un pericoloso ostacolo.
Sorprendentemente, queste esperienze non sono limitate ai momenti di pericolo: si verificano anche durante la meditazione profonda, in contesti naturali o sotto l’effetto di sostanze psichedeliche come LSD, dove il rallentamento del tempo può diventare straordinariamente intenso.
La scienza fatica a spiegare questo fenomeno. Una teoria suggerisce che il rilascio di noradrenalina, legato alla risposta "lotta o fuggi", possa influenzare la percezione temporale.
Tuttavia, non spiega la calma che spesso accompagna queste esperienze. Altri ricercatori ipotizzano che siano illusioni legate alla memoria, mentre Taylor propone che alterazioni della coscienza, innescate da shock o stati di assorbimento estremo, creino una connessione più profonda tra l’individuo e il mondo circostante.
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Già la teoria della relatività e la fisica ci confermano che il tempo può rallentare o accelerare. Perché allora tanta meraviglia? La possibilità c'è.
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Mai avuta l'impressione che i minuti si trasformino in ore durante un allenamento? Un nuovo studio ha esplorato come l'esercizio fisico (più utile in alcune ore) possa influenzare la nostra percezione del tempo, portando a risultati che potrebbero far vedere le sessioni di allenamento sotto una luce completamente diversa.
Immaginate di essere su una cyclette, sudando e pedalando mentre guardate un percorso virtuale che si snoda davanti a voi su uno schermo. È esattamente ciò che hanno fatto 33 volontari, tutti individui già attivi fisicamente, in uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Brain and Behavior. I ricercatori hanno creato questo esperimento per esaminare come percepiamo il tempo mentre ci esercitiamo. A tal proposito, è interessante notare che siamo già in grado di rallentare il tempo.
Ma torniamo all'esperimento. Questi volontari hanno pedalato in tre diverse condizioni: da soli, con un avversario passivo (un avatar che non gareggiava attivamente), e contro un avversario attivo, con l'obiettivo di batterlo. Durante queste sessioni, non avevano accesso a dati numerici come la frequenza cardiaca o altre metriche di performance, per mantenere il focus sulla percezione del tempo.
Gli è stato poi chiesto di stimare quando pensavano fossero passati 30 secondi, sia prima, sia durante, sia dopo l'esercizio. Sorprendentemente, i risultati hanno mostrato che mentre erano in movimento, il tempo sembrava trascorrere più lentamente di quanto effettivamente misurato dall'orologio, con una percezione scostata di circa il 9%.
Questa percezione del tempo si è verificata indipendentemente dalla condizione di gara, suggerendo che il solo atto dell'esercizio fisico è sufficiente a modificare come il nostro cervello percepisce il mutamento dell'ora.
Dunque, il passare dei minuti è differente se ci alleniamo o meno. Tuttavia, c'è un "neo" in questo studio: ha coinvolto persone già in forma e ciò impone di considerare che questi risultati potrebbero non applicarsi universalmente a chiunque.
Il tempo è solo una concezione umana e il modo che abbiamo per "calcolarlo" si adatta soltanto ai nostri scopi. Nonostante questo discorso possa essere difficile da capire, dovete sapere che il tempo non scorre in modo uniforme all'interno dell'Universo e persino sulla Luna dovremmo forse calcolarlo in modo differente, ma non solo.
Nel mondo quantistico, ad esempio, la concezione di "qui" e "ora" non può adattarsi come la conosciamo. Così, in uno studio del 2022, degli scienziati, attraverso i loro esperimenti sulla natura ondulatoria di qualcosa chiamato stato di Rydberg, hanno rivelato un nuovo modo di misurare il tempo che non richiede un punto di partenza preciso.
Esistono quelli che si chiamano atomi di Rydberg che sono eccitati (con dei raggi laser) con uno o più elettroni che hanno un numero quantico principale molto alto. In alcune applicazioni, un secondo laser può essere utilizzato per monitorare i cambiamenti nella posizione dell'elettrone, compreso il passare del tempo.
Queste tecniche, pensate, possono essere utilizzate per misurare la velocità di alcuni componenti elettronici ultraveloci. Indurre gli atomi negli stati di Rydberg è un trucco utile per gli ingegneri, soprattutto quando si tratta di progettare nuovi componenti per computer quantistici, ma gli addetti ai lavori hanno scoperto anche una sorta di "effetto collaterale di questi atomi.
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Esatto! L'esperimento degli orologi atomici, noto come esperimento Hafele-Keating, ha dimostrato che il tempo può rallentare o accelerare a seconda della velocità e della direzione del movimento rispetto alla Terra. Gli orologi atomici a bordo degli aerei che volavano in direzioni opposte hanno mostrato differenze di pochi nanosecondi, confermando le previsioni della teoria della relatività di Einstein.
### Punti chiave dell'esperimento:
1. **Relatività ristretta**: Gli orologi in movimento rispetto a un osservatore a riposo rallentano. Questo effetto è noto come dilatazione del tempo.
2. **Relatività generale**: Gli orologi più vicini a una fonte di gravità (come la Terra) rallentano rispetto a quelli più lontani. Questo effetto è noto come dilatazione gravitazionale del tempo.
3. **Misurazioni precise**: Le differenze di tempo erano estremamente piccole, dell'ordine di nanosecondi, ma misurabili grazie alla precisione degli orologi atomici.
Senza strumenti di misurazione così precisi, queste differenze sarebbero impercettibili. Questo esperimento ha avuto un impatto significativo sulla nostra comprensione del tempo e dello spazio, dimostrando che il tempo non è assoluto ma relativo al movimento e alla gravità.
Questi elettroni eccitati hanno delle "impronte digitali" - sotto forma di onde - che i fisici hanno dimostrato essere abbastanza coerenti e affidabili per essere utilizzati come segnatempo. Certo, ci vorrà del tempo, ma la nuova scoperta apre le porte a possibili applicazioni future.
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Io sostengo che il tempo individuale può effettivamente cambiare da quello ufficiale degli orologi. Solo che nessuno lo ha mai misurato.
Guardate che anche nell'esperimento degli orologi atomici caricati su aerei che andavano in direzione opposte, le differenze risultarono di pochi millesimi. Ma perché qualcuno le ha misurate. Altrimenti nessuno se ne sarebbe accorto!
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