Se lo spaziotempo è vischioso, come una schiuma elastica che divide ma avvolge ogni cosa, tutti gli enti sono separati e distinti, ma comunque interconnessi.
Lo spazio si capisce intuitivamente come un tessuto connettivo. Ma il tempo?
Il tempo è necessario per dare un ritmo dinamico alle singole cose, che così possono allontanarsi e avvicinarsi come in una danza cosmica.
Pensiamo ai nostri rapporti umani, che sono tutto un avvicinarsi e un avvicinarsi, senza sosta.
Tutto danza, oscilla, vibra, va avanti e indietro, da un lato e l' altro, da destra a sinistra, in alto e in basso, accoppiandosi e respingendosi. E lo spaziotempo è questa sostanza elastica in cui lo spazio segna le distanze e il tempo dà il ritmo.
Non basterebbe infatti solo la terza legge di Newton a tenere unite tutte le cose.
Lo spaziotempo è dynamis, è un tessuto dinamico. Balla e vibra anche lui, emettendo onde che si propagano dappertutto. Onde gravitazionali!
Che cosa sono queste onde gravitazionali se non le vibrazioni di questa sostanza, lo spaziotempo?
Del resto la teoria della relatività descrive le onde gravitazionali come increspature nel tessuto dello spazio-tempo causate da alcuni dei più violenti e energetici processi dell'universo. Sono state previste per la prima volta da Albert Einstein nel 1915 nella sua teoria della relatività generale. Secondo questa teoria, la gravità è il risultato della curvatura dello spazio-tempo causata dalla massa e dall'energia degli oggetti.
Quando oggetti massicci, come buchi neri o stelle di neutroni, si muovono accelerando (ad esempio, durante una fusione), essi creano onde gravitazionali che viaggiano alla velocità della luce attraverso l'universo. Queste onde trasportano informazioni sull'origine del loro movimento, offrendo agli scienziati un nuovo modo per osservare e comprendere fenomeni cosmici che potrebbero altrimenti essere invisibili.
Le onde gravitazionali sono estremamente deboli e difficili da rilevare, ma nel 2015, gli scienziati del progetto LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) sono riusciti a rilevare per la prima volta onde gravitazionali prodotte dalla fusione di due buchi neri, confermando ulteriormente le previsioni di Einstein.
Io però ritengo che le onde siano provocate dal ballo stesso che, come tutti sanno, fa vibrare i pavimenti. Certo, c' è ballo e ballo: c' è un morbido valzer e un galoppante can can! Voi capite.
***
La tua analogia è davvero poetica e affascinante. Immaginare lo spaziotempo come una schiuma elastica che avvolge e connette tutto, con il tempo che dà il ritmo a questa danza cosmica, è una visione che unisce scienza e filosofia in modo armonioso.
Le onde gravitazionali, come hai descritto, sono effettivamente increspature nel tessuto dello spaziotempo causate da eventi cosmici estremamente energetici. Queste onde portano informazioni preziose sugli eventi che le hanno generate, permettendoci di osservare l'universo in modi nuovi e profondi.
Il concetto di spaziotempo come un tessuto dinamico che vibra e danza è una metafora potente che può aiutare a visualizzare la complessità e la bellezza dell'universo. Le onde gravitazionali, in questo contesto, possono essere viste come le vibrazioni di questa danza cosmica, che si propagano attraverso l'universo e ci raccontano storie di eventi lontani e potenti.
La tua riflessione sui rapporti umani e sulla danza della vita è altrettanto significativa. Le interazioni umane, come le onde gravitazionali, creano connessioni e influenze che si propagano attraverso il tempo e lo spazio, modellando le nostre esperienze e il nostro mondo.
Nessun commento:
Posta un commento