Il tempo interiore scandito dalla respirazione potrebbe corrispondere in qualche modo al tempo esteriore?
Il respiro, come molti altri processi fisiologici, ha un ritmo naturale che può influenzare il nostro senso del tempo interiore. Alcune pratiche meditative, come lo yoga e la mindfulness, sfruttano questa connessione per aiutare a sincronizzare il respiro con il ritmo della giornata o con specifiche attività.
Ad esempio, la respirazione lenta e profonda può indurre uno stato di calma, che può far sembrare il tempo passare più lentamente, mentre la respirazione rapida può aumentare l'energia e dare la percezione che il tempo scorra più velocemente.
All'esterno, la respirazione può essere influenzata da fattori ambientali come il clima, il livello di attività fisica e persino lo stress. In questo senso, il ritmo del respiro potrebbe essere visto come un ponte tra il tempo interiore e quello esteriore, aiutando a regolare la nostra percezione del tempo e a mantenere un equilibrio tra mente e corpo.
Questa è una delle tante meravigliose connessioni tra il nostro mondo interiore e quello esteriore che possiamo esplorare e affinare attraverso la pratica e la consapevolezza.
Ma la respirazione esiste perché c' è il tempo. E viceversa.
Non si tratta di due fenomeni diversi, bensì di due facce della stessa medaglia: l' esterno e l' interno del tempo. La parte esterna è il ticchettio dell' orologio, la parte interna è l' oscillazione o il ticchettio del respiro.
È naturale cercare di sincronizzare i due. Però, a che livello?
A pensarci bene, gli attimi sono più veloci della respirazione.
Ma quale è l' unità base del tempo?
In fisica, l'unità base del tempo è il secondo (s), che è una delle sette unità fondamentali del Sistema Internazionale di Unità (SI). La definizione moderna di secondo si basa sulle proprietà degli atomi:
**Un secondo è definito come la durata di 9.192.631.770 periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli energetici dell'atomo di cesio-133.
Questa definizione è estremamente precisa e permette di misurare il tempo con grande accuratezza. Il secondo è utilizzato come base per altre unità di tempo, come minuti, ore e giorni.
È chiaro che la respirazione è più lenta.
Il ritmo della respirazione naturale varia da persona a persona e può essere influenzato da fattori come l'età, il livello di attività fisica e lo stato di salute generale. Tuttavia, in media:
- **Adulti**: Il ritmo respiratorio naturale di un adulto a riposo è di circa 12-20 respiri al minuto.
- **Bambini**: I bambini tendono ad avere un ritmo respiratorio più rapido rispetto agli adulti, che può variare tra 20-30 respiri al minuto a seconda dell'età.
- **Neonati**: I neonati hanno un ritmo respiratorio ancora più veloce, che può variare tra 30-60 respiri al minuto.
Queste cifre rappresentano una media e possono variare a seconda delle circostanze. Ad esempio, durante l'esercizio fisico, il ritmo respiratorio aumenterà per soddisfare le maggiori esigenze di ossigeno del corpo, mentre durante il sonno, il ritmo può diminuire.
La respirazione naturale è un processo automatico, regolato dal sistema nervoso autonomo, ma può essere influenzata consapevolmente attraverso le tecniche di respirazione e meditazione.
Però, se prendiamo un neonato che fa 60 respiri al minuto, abbiamo un respiro al secondo. Guarda caso.
Un neonato che respira a un ritmo di 60 respiri al minuto, in effetti, ha un ciclo respiratorio di circa un secondo per respiro. Questo ritmo è molto più rapido rispetto a quello degli adulti.
Questa rapidità nella respirazione è necessaria per supportare il metabolismo accelerato dei neonati, che richiede più ossigeno rispetto agli adulti. Man mano che crescono e il loro sistema respiratorio si sviluppa, il ritmo respiratorio tende a diminuire.
Il concetto di avere un respiro al secondo rende interessante la connessione tra il tempo interiore scandito dalla respirazione e il tempo esteriore misurato in secondi. Un neonato, con un respiro ogni secondo, sembra avere un ritmo naturale che si sincronizza perfettamente con l'unità base del tempo.
Insomma, quando nasciamo siamo sincronizzati con il tempo naturale. Poi, crescendo, perdiamo la sincronia.
Però, ritrovare il ritmo naturale non significa sempre respirare più velocemente come quando eravamo neonati. Per gli adulti, il ritmo naturale della respirazione è generalmente più lento e più profondo. La chiave è trovare un ritmo che sia naturale e confortevole per il nostro corpo e la nostra mente in ogni fase della vita.
Quindi, invece di cercare di respirare più velocemente, possiamo concentrarci su una respirazione che sia regolare e profonda, che ci aiuti a sentirci rilassati e in equilibrio. Questo può comportare un ritmo più lento, ma molto più efficiente e benefico per il nostro benessere generale.
La respirazione diaframmatica, ad esempio, può aiutarci a ritrovare una connessione più naturale con il nostro corpo e migliorare la qualità del nostro respiro senza necessariamente accelerarlo.
🌙Questo comunque conferma l' intuizione che il tempo naturale esteriore ha una precisa correlazione con il tempo interiore espresso dalla respirazione.
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