Ci fa
orrore vedere dopo un terremoto tanti morti allineati nelle loro bare: giovani,
vecchi, donne, bambini, preti, suore… nessuna distinzione di fronte alla furia
selvaggia della natura. Ma, a ben vedere, quella stessa fine capiterà a tutti -
solo non tutti nello stesso tempo.
È la contemporaneità della morte di tante persone che ci
disorienta e che ci fa nascere l’idea di Apocalisse: la fine di tutti insieme.
Ma tutti
finiamo, prima o poi.
Ci fa
orrore il condannato a morte. Ma tutti siamo nel braccio della morte.
È difficile credere che tutto ciò sia stato decretato da un Dio
benevolo.
Chi crede
in quel Dio benevolo, è come il condannato che si affida al boia. Un
controsenso.
Può darsi
che la morte sia simile al cambio di un vestito, come ci dice la Bhagavad Gita.
Ma in ogni caso non ne abbiamo certezza. E anche solo vivere nell’incertezza è
una sofferenza.
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