Ananda – nelle sue varie
declinazioni – quiete, pace, piacere, gioia, beatitudine, estasi, ecc. – è sia
le meta sia lo strumento della meditazione, è sia la condizione che cerchiamo
sia la via da seguire.
Dunque, tutto ciò che già ora produce simili
stati d’animo è un riflesso e una traccia di ciò che cerchiamo. Al contrario,
la sofferenza (nelle sue varie manifestazioni: tensione, stress, agitazione,
confusione, dolore, ecc.) è tutto ciò che ci allontana dalla meta.
Conoscenza gioiosa, allargamento dello spirito,
sollievo, rilassamento, lucidità, ecc., sono già forme di liberazione e di
illuminazione. Questi sono pertanto gli stati d’animo da coltivare.
Ciò significa che esiste anche una via erotica ed
emotiva all’illuminazione, non solo una via “fredda”.
D’altronde, tutti già seguiamo
inconsapevolmente questa via. Solo che non lo sappiamo.
Condizionati dal cristianesimo, che vede nella
sofferenza una via di redenzione, giungiamo al punto di non riconoscere
nell’eros una via di illuminazione.
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