Prendi le distanze dalla mente per osservarla.
Questa è la prima cosa da fare. Concentra la mente su se stessa: passa da
un’attività eterodiretta, casuale e confusa ad un flusso calmo e regolare. Magari
fatti aiutare dalla ripetizione di un mantra (om mani padme hum, om,
calma, ecc). Rallenta ed acquieta il respiro.
Renditi conto di quanto la tua mente sia
sempre al lavoro, in una maniera convulsa e arroventata. Renditi conto che non
hai un momento di tregua, che non riesci a rilassarti quasi mai, che non riesci
a riposare e a calmarti.
Allora, prenditi questo momento. Fermati e
osserva le attività mentali. Rallenta un po’. Distaccati da questa attività
ossessiva.
Guarda lontano. Tira un respiro di sollievo.
Bastano pochi istanti per cambiare registro,
per capire che cosa sia l’impostazione meditativa.
Calmare la mente significa acquietare le tue
occupazioni abituali e le tue preoccupazioni, le tue paure e le tue speranze
fantasiose.
Non leggere, non pensare, non ricordare, non
parlare, non fare progetti, non fantasticare. Resta aderente a qualcosa di
reale, fosse pure il tuo respiro, un suono, un animale o una pianta.
Soprattutto rallenta il passaggio dei pensieri.
Osservali come nuvole che passano sul tuo cielo e poi se ne vanno. Di colpo
immergiti nel vuoto tra l’uno e l’altro. E realizza.
Puoi addestrarti ogni giorno.
Abituati a passare dallo stato normale allo
stato meditativo.
Come minimo, ritroverai chiarezza e
tranquillità. E la tua vita non sarà più solo eterodiretta, ma ritornerà tra le
tue mani.
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