A noi occidentali sembra che la perdita della
condizione umana, con l’annullamento della morte, sia qualcosa di terribile. Ma
dall’Oriente ci viene un’idea diversa.
La catastrofe non è la perdita della
condizione umana, ma il suo permanere.
Insomma, mentre noi vorremmo prolungare al
massimo l’attuale condizione umana, con il suo egocentrismo, con la sua
violenza costitutiva e con le sue paure, qualcuno pensa che, dato che è piena di
sofferenza, sia uno stato da superare.
Se volete liberarvi della sofferenza, con
tutti i suoi limiti e mali, dovete orientarvi non a prolungare ma a
oltrepassare. E questo fin da subito.
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