Se ci domandiamo perché la rivoluzione
comunista è sfociata in una dittatura ed è fallita, possiamo trovare mille
ragioni storiche. Ma la verità ultima è che si trattava di una dottrina
teorica, di un’utopia, di un’architettura mentale che, in quanto tale, non
poteva adattarsi alla realtà.
L’ideale comunista sarebbe molto nobile: tutto
in comune, tutti uguali, tutti con gli stessi diritti… Ma ha un difetto
fondamentale: è contronatura.
Pretendeva addirittura di eliminare l’egoismo
umano. Figuriamoci.
Il capitalismo, invece, è perfettamente
naturale: il forte che prevale sul debole, la volontà di dominazione e di
espansione dell’individuo, l’uno che sfrutta i molti, le disparità tra esseri
umani e tra esseri viventi, la lotta, la competizione, la rivalità, le crisi,
le guerre di conquista e di sfruttamento…
Lo dico con dolore. Ma il mondo è stato fatto
così e se ci fosse un Essere che l’avesse congegnato, sarebbe anche lui una
specie di capitalista, di banchiere, di sfruttatore, di paranoico accumulatore,
di potente, di dittatore, di accentratore, di violentatore…
Siamo noi che abbiamo idealizzato Dio.
Chi vuole andare contro questo ordine di cose,
sappia che dev’essere un rivoluzionario, uno che va contronatura e sarà odiato,
disprezzato e perseguitato da molti.
Questo è anche uno dei sensi del mito
cristiano. Gesù ha sfidato quel Dio, gli uomini lo hanno perseguitato e il
Padre ha fatto in modo di ucciderlo.
Predicare l’amore è andare contronatura. E la
natura si vendica.