L’omeostasi è la tendenza degli
organismi a mantenere un livello di equilibrio di fronte a condizioni esterne
variabili. Ed è applicabile alla meditazione.
Mentre infatti, nella vita, ci sono
continuamente alti e bassi, oscillazioni in su e in giù, avanti e indietro, il
nostro organismo reagisce in modo da portare tutti i suoi valori ad un livello medio
accettabile che ci garantisca un benessere ottimale. Se per esempio la
temperatura corporea si innalza, questo vuol dire che c’è una febbre e che
bisogna farla abbassare; ma anche se si abbassa troppo, c’è una situazione di
pericolo e bisogna riportare tutto ad un ideale centro mediano.
Lo stesso succede con gli stati
emotivi: se in un certo momento siamo troppo tesi, è bene cercare di
distenderci; se siamo troppo distratti, è bene ritrovare la concentrazione. Se
siamo troppo arrabbiati, è bene cercare di calmarci; se siamo troppo pigri, è
bene cercare di muoversi, e così via.
Il pendolo va su e giù, ma tende
inevitabilmente, se eliminiamo le spinte contrapposte, ad assumere una
posizione si base.
Funzione della meditazione (che nel
nome stesso allude ad una medietà), è contrastare gli estremi e riportare gli
stati d’animo all’equilibrio, alla serenità
Un processo omeostatico, appunto.
Ritrovare il centro ideale, al di
fuori di sbalzi ed eccessi. Sembra poco, ma solo così si mantiene la vita. E il
benessere.
Anche l’ansia è un estremo, da
riportare all’equilibrio.
Vivere senza ansia, anche se ci
trovassimo di fronte alla morte, è l’ideale.
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