Samadhi è un termine sanscrito
formato da due parole: sama
(equanimità) e dhi (intelletto).
Dunque, il samadhi, lo scopo della meditazione, è portare l’intelletto
all’equanimità.
La funzione dell’intelletto, in
effetti, è quella di dividere, distinguere e contrapporre. Per conoscere, la
mente umana deve dividere, distinguere e contrapporre. Ecco perché la nostra
conoscenza ordinaria è piena di concetti duali: caldo e freddo, bene e male,
alto e basso, inizio e fine, ecc.
L’equanimità invece compie il
percorso inverso: non giudica, non contrappone, non divide - unisce.
Se trascendi, l’intelletto, la
discriminazione, non esiste più. Né tempo né spazio; né passato né futuro…
tutti concetti della mente. Ogni cosa è qui in questo momento. Si vede l’unità del tutto.
Non c’è più bisogno allora di altre
vite, di paradisi e di inferni, di aldiqua e di aldilà, di Dio e di io… altre idee
della mente discriminante.
Questo stato di trascendenza della
mente – l’equanimità - ha vari livelli.
Ma, quando lascerai il corpo, e avrai meditato abbastanza, sarai nel samadhi più elevato: il Mahasamadhi.
Sarai nell’unità del tutto e vedrai il tutto come un’unica cosa.
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