lunedì 16 gennaio 2017

Il mercato della religione

Dai dati della Corte dei Conti risulta che, grazie a martellanti campagne pubblicitarie, la Chiesa incamera gran parte dell’8 per mille. Invece lo Stato italiano non fa quasi nulla – e non incamera quasi nulla (170 milioni nel 2014). Anche se l’8 per mille potrebbe essere usato, per esempio, per ristrutturare le scuole che crollano. Anzi, il laico che vuol dare soldi allo Stato, non è neppure sicuro che non siano di nuovo girati alla Chiesa. È uno dei tanti scandali di questo paese.
La Chiesa arriva a spendere 4 milioni e 645.000 euro per campagne di spot (anno 2004) e incassa l’enorme cifra di 1 miliardo e 470 milioni (anno 2012). Un buon affare. In quindici anni, la Chiesa ha investito 64 milioni di euro in spot sulla sola Rai. E in 24 anni ha incassato più di 18 miliardi di euro (contro i 400 milioni di tutte le altre confessioni messe insieme).
Con tutto questo fiume di denaro, la Chiesa è straricca e fa quel che vuole.

Non con Dio, ma con buone campagne pubblicitarie, in Italia si ottiene tutto. Perché gli italioti non sono in grado di pensare con la propria testa e si fanno condizionare da qualsiasi spot diabolicamente congegnato.
Insomma, anche "Dio" si affida agli spot. Che cos'è la vita, se non un grande spot pubblicitario che nasconde la verità per mostrare solo aspetti edulcorati?

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