Dai dati della Corte dei Conti
risulta che, grazie a martellanti campagne pubblicitarie, la Chiesa incamera
gran parte dell’8 per mille. Invece lo Stato italiano non fa quasi nulla – e non
incamera quasi nulla (170 milioni nel 2014). Anche se l’8 per mille potrebbe
essere usato, per esempio, per ristrutturare le scuole che crollano. Anzi, il
laico che vuol dare soldi allo Stato, non è neppure sicuro che non siano di
nuovo girati alla Chiesa. È uno dei tanti scandali di questo paese.
La Chiesa arriva a spendere 4 milioni
e 645.000 euro per campagne di spot (anno 2004) e incassa l’enorme cifra di 1
miliardo e 470 milioni (anno 2012). Un buon affare. In quindici anni, la Chiesa
ha investito 64 milioni di euro in spot sulla sola Rai. E in 24 anni ha
incassato più di 18 miliardi di euro (contro i 400 milioni di tutte le altre confessioni
messe insieme).
Con tutto questo fiume di denaro, la
Chiesa è straricca e fa quel che vuole.
Non con Dio, ma con buone campagne
pubblicitarie, in Italia si ottiene tutto. Perché gli italioti non sono in
grado di pensare con la propria testa e si fanno condizionare da qualsiasi spot
diabolicamente congegnato.
Insomma, anche "Dio" si affida agli spot. Che cos'è la vita, se non un grande spot pubblicitario che nasconde la verità per mostrare solo aspetti edulcorati?
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