venerdì 20 gennaio 2017

L'essenza della meditazione

La forma più semplice e più immediata di meditazione è quella di starsene immobili, calmi, concentrati e presenti. Ci sediamo, stiamo sdraiati o anche in piedi e cerchiamo di rimanere presenti – nient’altro. Stare presenti, essere consapevoli di essere lì, di essere svegli, di essere attenti, senza farci distrarre da tutto ciò che avviene esternamente (suoni, rumori, telefoni, gente che passa, ecc.) e da tutto ciò che avviene internamente (pensieri, sensazioni, emozioni, sentimenti, ecc.).
Il punto più difficile è quest’ultimo, perché i grandi nemici della presenza mentale sono i nostri stessi pensieri. Con loro, alla consapevolezza di essere e di respirare, si sostituisce un mondo di prodotti mentali: ricordi, fantasticherie, proponimenti, ragionamenti, piani, recriminazioni, valutazioni, ecc. Siamo lì seduti, ma la mente vaga lontana – abbiamo dunque perso la presenza mentale.
In tal senso il pensiero nasce da una mancanze di presenza mentale. Infatti, quando penso, non sono più né presente né consapevole: vengo portato via dalle attività mentali. Il mio corpo è lì, ma la mia mente è mille miglia lontana.
Sedere immobili, senza fare nulla, senza farsi trascinare dai pensieri: questo è l’esercizio fondamentale della meditazione. Semplicissimo. Ma anche difficile.
Tutto intorno e dentro di noi muta, cambia, si agita e fa rumore. Ma noi siamo lì calmi e indisturbati che osserviamo la transitorietà, l’andare e il venire dei fenomeni esterni ed interni. Siamo il centro di tutto.

Se ci fate caso, questa è già una forma di trascendenza. E vi dà un nuovo rapporto con le vita.

Nessun commento:

Posta un commento